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PERUGIA - ''In Umbria ci viene soprattutto chi gia' la conosce e l'apprezza, questo e' positivo ma non e' sufficiente'', afferma il presidente regionale di Unioncamere, Giorgio Mencaroni, commentando le indagini Unioncamere e Isnart. Secondo Mencaroni, ''tra le principali motivazioni c'e' la possibilita' di essere ospitati da parenti o amici o di alloggiare in una seconda casa di proprieta'. Questo fenomeno deve essere studiato con maggiore attenzione, ma attualmente e' difficile da monitorare e non e' possibile valutare gli effetti delle strutture non registrate (case in affitto, case di proprieta') sull'economia regionale''. ''Il turista di oggi - continua Mencaroni in un comunicato - non si limita a consumare il prodotto, ma contribuisce alla sua creazione e diffusione, attraverso la propria rete sociale di appartenenza, e le persone possono essere considerate delle vere risorse della comunicazione. Tuttavia il passaparola o l'esperienza personale non possono rappresentare il canale di comunicazione esclusivo per la scelta delle vacanze in Umbria (92,7% per Terni e 73,2 per Perugia). Il turismo, quello italiano soprattutto, vive ancora di prodotti-notorieta', che il turista ricerca per soddisfare una curiosita' creata dai mass media. Occorre quindi rilanciare una azione coordinata di comunicazione e promozione della regione, oggi praticamente assente nei cataloghi dei tour operator, nei depliant delle agenzie di viaggio, negli articoli e nei redazionali, nei mass media piu' in generale''. Infine, secondo Mencaroni, ''una riduzione delle tariffe puo' comportare un aumento delle vendite (tasso di occupazione) ma cio' implica sicuramente una riduzione del ricavo medio camera, ovvero il ridimensionamento dei prezzi applicati ha incrementato la probabilita' di vendita delle camere ma, a parita' di costi, ha reso anche piu' difficoltoso il conseguimento del break event point. Inoltre, l'alta stagionalita' comporta una scarsa ottimizzazione dei costi fissi''. Condividi