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Considero paradossale che la positiva esperienza della Coop Tevere, partita trentanni fa proprio dal territorio Narnese-Amerino si stia concludendo in queste settimane con la chiusura del punto vendita Coop di Narni: una delle realtà più significative e punto di riferimento nel territorio per migliaia di soci-consumatori che condividono i valori del movimento cooperativo. Gianfranco Chiacchieroni, presidente della Commissione sviluppo e territorio del Consiglio regionale dell’Umbria, sollecitato dalle “preoccupazioni condivise” di alcuni soci-consumatori del narnese, prende posizione sulla vicenda e si dichiara “disponibile ad un eventuale incontro con i dipendenti ed i soci della Coop di Narni, ai quali va tutta la mia solidarietà”. A giudizio di Chiacchieroni è comunque opportuno “intervenire verso il Gruppo Unicoop Tirreno che controlla tramite Gestincoop il supermercato di Narni perché la chiusura di questa realtà rappresenterebbe un duro colpo non solo per i dipendenti che ci lavorano ma anche per i numerosi consociati, i quali, peraltro, credono con convinzione nella possibilità di un progetto di rilancio dell’attività economica e sociale, attraverso, tra l’altro, l’attivazione di nuovi e più moderni servizi. I servizi offerti ai consumatori umbri da parte delle principali catene distributive presenti nella nostra regione, osserva in merito Chiacchieroni, sono ancora oggi circoscritti e quantitativamente troppo limitati rispetto ai servizi messi a disposizione dagli stessi operatori in altre zone del Paese, dove, per esempio, i punti vendita, anche quelli ubicati fuori dai grandi centri urbani, propongono servizi molto utili per i consumatori come la possibilità di pagare bollette di luce e gas direttamente alla cassa del supermercato, e dove gli operatori commerciali svolgono anche importanti servizi di utilità sociale in convenzione, con grande soddisfazione reciproca tra chi svolge il servizio, i cittadini-consumatori e le istituzioni locali”. Sono convinto, conclude il presidente della II Commissione, “che questa vicenda possa costituire uno stimolo ed una occasione per ripensare l’attuale modello attorno cui ruota il sistema della media e grande distribuzione in Umbria e, in questa prospettiva, tutti insieme (politici, imprenditori e consumatori) dovremmo impegnarci per promuovere nella nostra regione un modello di distribuzione commerciale più moderno e nel contempo più equo, meno incentrato sul consumo di prodotti comuni e maggiormente orientato ad accrescere il benessere dei consumatori attraverso l’offerta di prodotti specifici e di nuovi servizi a costi convenienti ed in base ai reali bisogni delle nostre comunità”. Condividi