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(ANSA) - ROMA, 9 AGO - Dalle banche centrali, prime a muoversi nell'agosto del 2007 di fronte alle prime avvisaglie negli Usa, fino ai governi che hanno dovuto sborsare miliardi per sostenere la crescita e impedire crac bancari dagli esiti imprevedibili. Ecco - da Washington a Bruxelles - le principali misure adottate sul fronte dei derivati, della liquidità e della normativa anti-rischio, per evitare che la crisi si trasformasse in una vera e propria depressione. ---USA--- Il presidente Obama ne ha fatto un suo cavallo di battaglia e il via libera è arrivato, dopo un lungo braccio di ferro a Washington, il mese scorso. La riforma di Wall Street promette uno stop ai salvataggi pagati dal contribuente e permette alle autorità di spezzettare, se necessario, le grandi istituzioni finanziarie che rischiano il crac. Previsto anche un consiglio contro i rischi sistemici e la 'Volcker rulè, norma che punta a limitare il rischio preso dalle banche togliendo alle maggiori istituzioni la possibilità di fare trading per proprio conto. Una riforma che riguarda derivati, sorveglianza, hedge fund, e che ancora non è andata in porto in Europa. Sul fronte dell'economia reale, la Casa Bianca ha varato un pacchetto di stimolo da 862 miliardi complessivi, seguito da ulteriori misure per chi ha contratto il mutuo fino ad arrivare al sostegno alle case automobilistiche contro i licenziamenti e alla nazionalizzazione delle banche. La Fed, dal canto suo, è intervenuta subito dopo la Bce allo scoppio della crisi tre anni fa con massicce iniezioni di liquidità e ha aggressivamente tagliato i tassi d'interesse, tuttora vicini allo zero. Ha varato poi l'acquisto di oltre 1.000 miliardi di dollari di titoli garantiti da mutui, misura che peraltro potrebbe essere rilanciata questa settimana. ---UE--- Al pari della Fed, anche la Bce ha via via ridotto i tassi fino a portarli all'1% nel maggio del 2009. L'Eurotower ha poi inondati i mercati creditizi di liquidità fin dall'inizio della crisi, e tuttora fornisce alle banche fondi illimitati a tasso fisso anche se ha imboccato la 'exit strategy' non rinnovando un maxi-finanziamento da 442 miliardi di euro scaduto un mese fa. Lo scorso anno la Bce ha lanciato un primo pacchetto anti-crisi che includeva prestiti più a lunga scadenza alle banche e l'acquisto dei covered bond emessi dalle banche. Con la crisi greca, poi, gli interventi si sono moltiplicati fino a includere, cosa senza precedenti, gli acquisti di titoli di Stato europei. Gli aiuti di Stato concessi dai Paesi membri, a fine 2009, erano balzati intanto a 279 miliardi di euro. Una cifra destinata a lievitare dopo l'esplosione della crisi greca, che ha convinto Ue, Bce e Fmi a stanziare aiuti fino a 750 miliardi fra prestiti e garanzie, ha spinto i governi a varare misure di austerità per risanare i bilanci e costretto le maggiori banche a sottoporsi agli 'stress test' per verificare la propria solidità. (ANSA). Condividi