L’Italia sta portando avanti, per certi versi piuttosto faticosamente, le procedure che consentiranno al Ministero per i Beni e le Attività Culturali di presentare le candidature degli “elementi” da inserire nella lista UNESCO dei beni immateriali riconosciuti patrimonio dell’umanità. E’ un percorso che, avviato da anni, ha interessato diverse comunità della nostra regione. Tra di esse, quella eugubina si è attivata fin da quando si è iniziato a parlarne in Italia e ben prima che lo Stato italiano sottoscrivesse la convenzione con l’UNESCO.
Gubbio era pronta a produrre la documentazione richiesta per la candidatura della Festa dei Ceri entro il mese di luglio appena trascorso, così come stabilito dalla tempistica a suo tempo indicata dal Ministero per i Beni Culturali. A quanto ci risulta sarebbero state poche le realtà italiane pronte a formalizzare la propria candidatura.
Commissione UNESCO e Ministero BAC hanno fatto slittare la scadenza per le candidature ai primi mesi del 2011. La comunità eugubina ne ha preso atto e continuerà ad impegnarsi con serenità e coerenza, cogliendo l’alta valenza culturale dell’iniziativa.
Sarà ancora la comunità eugubina, le componenti sociali organizzate o meno che animano la Festa dei Ceri, a sostenere il perseguimento di questo obiettivo, cogliendo fino in fondo lo spirito che orienta UNESCO. Quella di Gubbio non sarà una candidatura “istituzionale”: sarà la cittadinanza eugubina a chiedere che la sua festa venga riconosciuta quale testimonianza autentica dell’umanità che si esprime in una forma specifica in un determinato luogo, caratterizzata dall’essere espressione arcaica ed ininterrotta della comunità che ne assicura la continuità e la continuazione nel tempo.
L’ “elemento” della festa dei Ceri è l’umanità che, attraverso i secoli e con la manifestazione delle più complesse categorie antropologiche, l’ha salvaguardata come elemento unico ed irripetibile della propria identità. Non sappiamo quanti altri elementi possano contenere realmente queste prerogative, né è interessante e tanto meno utile che si inneschino meccanismi competitivi. Ritenendola comunque “unica”, gli eugubini avanzeranno in forma singola la candidatura della Festa dei Ceri.
Anche il recente intervento della Ministra del Turismo Brambilla sul Palio di Siena, che sicuramente sarà candidato al riconoscimento nella lista, non aiuta a cogliere quello che a nostro avviso è lo spirito che ispira la convenzione e gli indirizzi dati dalla commissione UNESCO. Sarà eventualmente l’UNESCO stessa a stabilire la compatibilità o meno delle giostre che prevedono l’uso di animali con i principi della Carta dei Diritti dell’Uomo.
Il mio auspicio è che la comunità regionale tutta si stringa intorno alla candidatura della Festa dei Ceri, non solo perché i Ceri sono il simbolo dell’Umbria e la legge regionale 16/2009, individuandone l’alto valore storico e identitario, “la riconosce come la più arcaica espressione culturale dell’identità regionale”, ma anche perché essa costituisce oggettivamente e da tempo il riferimento autentico e sentito della cultura, delle tradizioni e dello spirito degli umbri, di ieri e di oggi.
il Consigliere
Orfeo Goracci
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