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Riceviamo e pubblichiamo la nota del Capogruppo del PRC-SE di Gualdo Tadino giunta alla nostra redazione Le dinamiche dell’oscura vicenda del rogo doloso appiccato al Night Club di Nocera Umbra dimostrano chiaramente che tra i responsabili vi è gente dalla mano esperta, pericolosa e spregiudicata e, soprattutto, pongono dei seri interrogativi sui rischi sempre più evidenti di infiltrazioni pesanti della criminalità organizzata nella nostra Regione e nel nostro stesso territorio. Il fatto è di per sé grave e non può essere sottovalutato neanche un pò dalle Istituzioni e dalla società civile locale: occorrono dunque delle risposte ferme, decise ed immediate che non possono essere solamente demandate alla sicura professionalità e alla innegabile determinazione della magistratura e delle forze dell’ordine nell’individuare e nel perseguire mandanti ed esecutori materiali ma deve esservi una presa collettiva di coscienza su questi rischi ed una conseguente ed altrettanto collettiva assunzione di responsabilità per contrastare ogni tentativo di infiltrazione. I Sindaci, intanto e tutti, del nostro territorio debbono da subito mettere in campo delle risposte forti facendosi promotori di un’azione che chiami all’assunzione diretta di responsabilità il complesso delle forze economiche, sociali e culturali del territorio: il controllo e la vigilanza su ogni fenomeno a rischio e su ogni segnale oscuro debbono essere esercitati dall’intera società civile e da tutte le sue articolazioni perché il cancro della criminalità organizzata possa essere estirpato subito e prima che produca le sue sciagurate metastasi. I Rapporti dell’Antimafia e lo stesso Piano nazionale antimafia varato proprio in questi giorni da Governo e Parlamento, ci hanno già illustrato come la criminalità organizzata scelga oramai come terreno favorevole e fertile di elezione per le loro attività proprio le Regioni e i territori più “tranquilli”, come può essere considerato il nostro: è una nuova frontiera delle mafie che consente ai loro uomini di agire e di infiltrarsi con facilità nei gangli dell’economia e della società e di operare di più nell’anonimato. Proprio perché dalle nostre parti non si pensa a possibilità di questa natura, la scaltrezza e l’organizzazione della criminalità possono insinuarsi con più facilità inserendosi, facendo affari e riciclando denaro nel reticolo economico, produttivo, commerciale o finanziario, e non solo portando avanti le attività più tradizionali del traffico di droga e di supervisione dei giri di prostituzione. Storia e cronaca ci dicono impietosamente che per contrastare adeguatamente questi rischi e questi fenomeni non bastano infatti né gli sforzi ed il lavoro delle forze dell’ordine, né le norme creditizie sull’antimafia ed antiriciclaggio, né sono sufficienti gli anticorpi sociali che un territorio storicamente indenne dal fenomeno come il nostro indiscutibilmente può avere ma occorrono delle repliche immediate, forti e pubbliche. Sono delle precondizioni e delle certezze di base ma non sono sufficienti. Non è nostra intenzione quella di ingigantire questi segnali ma almeno dobbiamo da subito essere coscienti dei loro rischi e tenere bene a mente le conseguenze, anche spaventose, in termini di corruzione del sistema economico e delle relazioni sociali, soprattutto in una fase così complessa e difficile che è di crisi ma anche di ripensamento del modello di sviluppo. Una fase storica, politica e sociale in cui la gente è sempre più disorientata e serba molte meno certezze che nel passato rispetto al presente e al futuro ed in cui il tessuto sociale più debole può essere fatto oggetto di incursioni e di intrusioni criminali. A questo proposito, dunque, e a questo fine crediamo che debba essere considerata una priorità la riattivazione di una Commissione Regionale Antimafia che vigili attentamente sull’andamento dei fenomeni, che acquisisca dati e produca inchieste, che promuova un’etica pubblica che possa mettere al riparo la nostra Regione dalla sciagura di diventare il ricettacolo di mafiosi, camorristi od esponenti delle ndrine calabresi. Riteniamo opportuno, infine, che alla luce di quanto accaduto a Colle di Nocera, anche i Sindaci e le Amministrazioni del nostro territorio si attivino immediatamente in tal senso e fungano da sicuro coordinamento e da promotori di iniziative in grado di saldare le attività degli inquirenti con i controlli sociali che devono necessariamente e complessivamente essere esercitati dalle soggettività economiche ed imprenditoriali e dalle forze sociali. Il Capogruppo PRC SE Sinistra Unita per Gualdo Gianluca Graciolini Condividi