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PERUGIA - ''Pietro Pala mi disse di aver sparato a un carabiniere'': cosi' Gian Marco Mascia, l'agente penitenziario coinvolto nell'omicidio del carabiniere Donato Fezzuoglio, sentito oggi davanti al gip di Perugia con la formula dell'incidente probatorio. Il poliziotto penitenziario ora agli arresti domiciliari con l'accusa di falso materiale e favoreggiamento in aula ha aggiunto: ''Mi sono pentito di non aver parlato di quella conversazione del giugno 2008 con l'autorita' giudiziaria o con i miei superiori, avrei dovuto fare il mio mestiere''. Secondo il pm Antonella Duchini l'agente Mascia era ''venuto a conoscenza dell'identita' di alcuni degli autori dell'omicidio del carabiniere Fezzuoglio (ed in particolare del fatto che Pietro Pala aveva sparato al carabiniere) e della rapina compiuta presso il Monte dei Paschi di Siena di Umbertide'' nel gennaio 2006, ''omettendo di farne rapporto e di fornire le notizie alla polizia giudiziaria''. In aula stamani erano presenti gli altri indagati Raffaele Arzu, Fabrizio De Montis e Pietro Roberto Fragata: nei confronti di quest'ultimo il tribunale del riesame ha accolto l'istanza di revoca della custodia cautelare in carcere, ma rimane in cella per un'altra condanna. Secondo i carabinieri a sparare il colpo di kalashnikov che uccise Fezzuoglio fu Pala ma questo ha sempre respinto l'accusa. Dalle indagini e' emerso che alla rapina parteciparono anche Arzu, considerato al vertice della banda, De Montis e Fragata. Condividi