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di Giuliano Pennacchio La Cgil: subito un tavolo di confronto ROMA - I 7000 esuberi -3700 nei prossimi mesi con la partenze delle lettere oggi- annunciati dal piano Telecom rappresentano una vera e propria macelleria sociale. E’ scandalo che i manager dell’azienda telefonica continuino a percepire stipendi d’oro, mentre i lavoratori subiscono il ricatto dell’esternalizzazioni e dei licenziamenti in tronco. Il Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi non può cavarsela con dichiarazioni ovvie, riferite ad un rischio d’inasprimento dello scontro sociale, dopo le dichiarazioni dell’azienda. C’è da chiedersi, invece, perchè non si intervenga sulle cessioni dei rami di aziende. Come mai non si ritenga urgente redigere una normativa contro le delocalizzazione all’estero di attività strategiche come quelle della telefonia? Emilio Miceli, segretario generale SLC/CGIL è chiaro “Telecom distribuisce un miliardo di euro su un miliardo e cinquecento milioni di utili agli azionisti. Sulla base del piano, solo nel 2009, sono 500 milioni i tagli agli investimenti e la riduzione del debito è più che triplicata, a cinque miliardi, rispetto ai tre anni precedenti. Il piano, dunque, non è solo dannoso: è anche irrealizzabile, se non a costo della scomparsa della Telecom che conosciamo”. Dietro le intenzioni di Telecom è celata la volontà di far pagare la crisi ai lavoratori, tagliando il costo del lavoro, con migliaia di licenziamenti ed abbassando le qualifiche. Il Governo e le Regioni devono intervenire, così come stanno facendo in tutta Europa, per preservare un settore strategico del Paese e non rendersi compiacenti con questa imprenditoria stracciona. Ai lavoratori occorrono interventi concreti per il rilancio delle attività. Il Governo e le Regioni puntino su un piano industriale che incentivi la informatizzazione di massa e l’uso di internet. La costruzione di una rete nazionale di fibre ottiche potrebbe rappresentare un grande volano per preservare l’occupazione e delineare il futuro. Oggi il Governo ha annunciato che la prossima settimana incontrerà a Roma l’azienda;ma non per entrare nel merito degli esuberi. I sindacati, a partire dalla CGIL, premano per aprire un tavolo di confronto, da subito, senza se e senza ma! Condividi