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PERUGIA - Studio e metodo per la Cisl Scuola Umbria, che ha presentato presso la sala conferenza stampa Cisl di Perugia il Documento di analisi e riflessione sul riordino della scuola secondaria, elaborato dal Comitato tecnico-scientifico ristretto dell’Ente di formazione e ricerca del sindacato stesso, Irsef-Irfed dell’Umbria. “Le nostre posizioni –ha spiegato il segretario generale regionale Cisl Scuola Ivana Barbacci- si basano su un’attenta analisi delle scelte di politica scolastica, emanate attraverso le disposizioni normative. Da questo l’esigenza di elaborare un documento di analisi e riflessione sul riordino della scuola secondaria per fotografare l’idea di società, scuola, studente che emerge dai regolamenti attuativi che entreranno in vigore dal primo di settembre”. Quindi, la Cisl Scuola guarda al futuro con una lente non ideologica, ma attenta alle ricadute sulla qualità del sistema scolastico e sul livello di offerta formativa che i docenti saranno in grado di fornire agli studenti. “Il documento –ha evidenziato Barbacci- è frutto di una sintesi che nasce dall’esperienza di diversi professionisti, dirigenti scolastici e docenti della scuola regionale: Rossano Caldari, Erica Cassetta, Ortenzia Marconi, Loriana Mandorla, Daniela Patumi, Lucio Raspa, Bianca Maria Tagliaferri, Mario Vermigli”. La Cisl Scuola, nel ringraziare per il contributo prezioso messo a disposizione, auspica che questo sia un primo momento di un percorso di ricerca che proseguirà nel tempo. Dopo l’analisi, l’azione. Forte l’attenzione della Cisl Scuola, a partire da settembre, relativamente agli ambiti di contrattazione di istituto per ciò che concerne l’organizzazione del lavoro del personale che non potrà più contare su risorse umane già decurtate. La Cisl Scuola vigilerà, attraverso le proprie Rsu, affinché non si abusi delle disponibilità del personale a svolgere ore di straordinario per coprire le mancanze di organico. Altrettanto sarà importante salvaguardare le specificità proprie del Fondo di istituto (Fis) che dovranno andare a riconoscere i carichi aggiuntivi di lavoro e non sanare le mancate risorse del Ministero, come invece è accaduto in quest’anno scolastico. In coerenza con il principio proprio della Cisl di contrattazione e negoziazione, significativi sono stati i risultati ottenuti a livello nazionale. “L’autorizzazione a rendere disponibili 20 mila assunzioni di personale docente e 6 mila di personale Ata in due anni – ha dichiarato Barbacci- sono un atto concreto, un primo significativo segnale, volto a superare i problemi del precariato nella scuola. Inoltre, siamo riusciti ad abbattere il muro più alto eretto in occasione della Manovra finanziaria contro il personale della scuola che si vedeva bloccare per un triennio gli scatti di anzianità. Grazie alla tenacia del nostro segretario Bonanni, in sede di conversione in legge, la Manovra finanziaria non prevederà più l’iniqua disposizione, fortemente penalizzante per il personale della scuola. Questo, senza aver chiesto, nessun sacrificio economico al personale attraverso lo sciopero”. “L’anno scolastico che si sta concludendo –ha sottolineato il segretario- è stato carico di problemi annunciati, che hanno pesato in maniera significativa sugli alunni, famiglie e operatori della scuola: i nuovi modelli organizzativi della scuola primaria e della scuola media hanno ridotto irrimediabilmente i tempi formativi tanto da contrarre le opportunità educative che questo segmento di istruzione è sempre stato in grado di offrire ad alti livelli. Il tanto decantato maestro unico si è concretizzato in una frammentazione delle discipline, moltiplicando paradossalmente le presenze dei docenti nelle singole classi e rendendo il tempo scuola contratto e poco funzionale ai ritmi di apprendimento degli studenti”. Riguardo alla scuola dell’infanzia, Barbacci ha affermato che “la forte crescita di iscrizioni non è stata accolta con l’istituzione di nuove sezioni, pertanto sono aumentate in maniera significativa le liste di attesa e le sezioni autorizzate sono state costituite in gran parte con il numero massimo previsto, pari a 28. Tutti aperti restano i problemi del riordino della scuola secondaria che, da settembre, evidenzierà le forti contraddizioni di un riordino che tende solo a tagliare posti di lavoro, non curante di investire invece su una riforma vera attenta alle esigenze dei cambiamenti del territorio in un’ottica complessiva”. Dal punto di vista delle risorse, il segretario ha rimarcato “come le scuole abbiano dovuto inventarsi soluzioni creative per far fronte alla significativa riduzione di fondi per le sostituzioni dei docenti assenti e per il funzionamento ordinario delle strutture. Più volte i dirigenti scolastici si sono trovati nella necessità di chiedere fondi di supporto alle famiglie. Questo fenomeno va immediatamente arginato perché pericoloso rispetto al mantenimento dei principi propri della scuola pubblica”. “I tagli agli organici –è stato sostenuto nel corso della conferenza stampa- risultano essere insostenibili per mantenere livelli di qualità accettabili, tanto che in più occasioni si è dovuto far ricorso ad ore non retribuite di straordinario sia per i docenti che per il personale Ata (amministrativo, tecnico, ausiliario) per coprire le ordinarie funzioni del servizio scolastico a tutti i livelli. Nello specifico, per il prossimo anno scolastico si concretizzerà la seconda rata dei tagli: 313 posti in meno in Umbria di personale docente e 226 posti in meno di personale Ata. Alla fine di agosto si consumerà il consueto rito di convocazione dei docenti precari che però si vedranno snellire drammaticamente l’elenco delle cattedre e delle ore a loro disposizione. La dolorosa conseguenza di questa operazione sarà quella di lasciare senza lavoro decine e decine di docenti che, per anni, hanno dato un contributo significativo e qualificato alla scuola pubblica”. Condividi