TERNI - Stop al padre-padrone che non vuole una figlia ''italiana'' nei modi di vivere e di pensare: la squadra mobile della questura di Terni ha notificato oggi ad un macedone di 47 anni, che risiede e lavora come muratore a Narni, il provvedimento del Gip di Bologna che gli vieta di avvicinare la figlia 21enne e di comunicare con lei in qualsiasi modo. La vicenda va avanti da alcuni anni. La giovane, nata in Macedonia, era arrivata in Italia a tre anni, e gia' da adolescente aveva assunto modi fare e comportamenti in tutti simili a quelli delle sue coetanee italiane. Troppo per suo padre che, spalleggiato da moglie e parenti, ha cercato in tutti i modi, anche con la violenza fisica - secondo la denuncia per maltrattamenti in famiglia avanzata nei suoi confronti - di piegare la figlia alla propria volonta'. L'avrebbe quindi costretta ad abbandonare gli studi, segregata in piu' occasioni in casa, portata in Macedonia con l'imposizione di sposare un uomo del posto che non conosceva. La giovane - secondo quanto si e' appreso - ha tentato per due volte il suicidio: il secondo nel 2006, a Narni, dopo essere tornata in Italia con la famiglia. A seguito del tentativo di suicidio erano intervenuti gli assistenti sociali e la ragazza era stata affidata ai servizi sociali in una localita' dell'Emilia: qui ha trovato un lavoro da parrucchiera e conosciuto un ragazzo che frequenta. Neanche di fronte a questa evoluzione della vicenda il padre avrebbe desistito dai suoi atteggiamenti: da qui la decisione del Gip bolognese di emettere nei suoi confronti l'ordinanza che gli vieta qualsiasi contatto con la figlia. Condividi