di Daniele Bovi
La scatola è pronta, si chiama Associazione sportiva dilettantistica Perugia calcio Srl. Ora bisogna fare il più, ossia trovare un sodalizio di imprenditori (alla parola cordata i più si abbandonano a gesti apotropaici) disposti a riempirla di soldi freschi per una serie D al vertice. E‘ questa infatti la nuova dimensione del Perugia, al di là di improbabili ribaltamenti delle sentenze di fallimento di Perugia Calcio e Mas. Nell’attesa dell’8 luglio, data in cui verrà discusso nel merito il ricorso di Leonardo Covarelli, neanche nella giornata di oggi la Corte d’appello del tribunale di Perugia ha emesso l’ordinanza intorno al primo dei ricorsi dell’ex patron biancorosso, quello con cui si chiede il blocco della vendita del titolo sportivo. La giornata buona, per quello che vale, dovrebbe essere quella di domani.
Il 23 giugno scorso invece, attraverso il suo commercialista Loris Batini (coadiuvato da Fabrizio Bruno) l’imprenditore di Cannara Roberto Damaschi, attivo nel settore petrolifero e della ristorazione, ha costituito la nuova società aggiungendo quell’aggettivo, dilettantistica, che a qualcuno ha fatto storcere il naso.
Diversamente però non si può fare, visto che sono proprio le autorità sportive a richiederlo. L’imprenditore ora deve chiudere intorno alla composizione della compagine societaria: “Per ora – ha detto oggi in un’intervista rilasciata a Ettore Bertolini di Tifogrifo.com – siamo un gruppo, un gruppetto”. I nomi sarebbero quelli apparsi sui giornali: da Borri a Farchioni e da Cesaretti a Pedini. Riguardo ai tempi, Damaschi è abbastanza chiaro: “Per l’inizio della prossima settimana contiamo di adempiere a tutti i passaggi”.
Uno di questi, una volta definito il team, dovrà essere quello della capitalizzazione vera e propria della srl costituita, visto che il capitale sociale è di 10mila euro (il minimo consentito dalla legge) e diviso in parti uguali tra Batini e Bruno. Quel Batini che, lo riportiamo a titolo di cronaca, compare nella lista di 1200 nomi di clienti della Smi Bank di San Marino acquisita dalla Procura di Roma con una rogatoria internazionale. L’ipotesi è che nella lunghissima lista si annidino evasori fiscali che nel corso degli anni avrebbero sottratto alle patrie cassaforti decine di milioni di euro.
La Smi, che fa capo al conte Enrico Maria Pasquini, è la più importante holding finanziaria e fiduciaria del Titano e controlla anche la Smi Bank, ex banca del Titano salvata dal crac nel 2006. Ed è proprio sui conti dei clienti italiani della Smi Bank e sui movimenti degli ultimi quattro anni e mezzo che il Nucleo di Polizia valutaria della Guardia di Finanza e l'Agenzia delle Entrate stanno lavorando per far luce su incarico della Procura capitolina. Di per sé, è ovvio, avere un conto a San Marino non è un reato. Prevedibilmente molti di quei nomi, tra i quali compare più di un umbro, usciranno indenni dall’indagine dopo l’attenta scrematura che la Finanza sta compiendo.
20 PER CENTO DI SPAZIO AI TIFOSITornano alla nuova società di Damaschi il ruolo di amministratore unico, per il momento, è svolto da Fabrizio Bruno. Per il futuro invece è interessante andare a leggere quanto dice lo statuto, in special modo per quanto attiene ai soci. Tre le tipologie pensate da Damaschi: soci fondatori, ossia coloro che hanno contribuito alla costituzione della società “sia in fase iniziale sia successivamente acquisendo il diritto alle cariche amministrative di gestione”. Poi ci sono i soci onorari, ossia coloro “che contribuiscono in maniera particolare all’incremento ed alla affermazione della società e non sono tenuti al versamento di alcuna quota”, non avendo quindi neanche “diritto al voto né alcun diritto amministrativo o patrimoniale”.
Con l’ultima tipologia di soci invece Damaschi compie un’apertura nei confronti del comitato “Io sto con il Grifo” e della sua ipotesi di azionariato popolare. I soci del terzo tipo infatti vengono definiti dallo statuto “popolari”. “Simpatizzanti nonché tifosi della squadra di calcio infatti – è detto nello statuto . potranno divenire titolari di partecipazioni societarie sia sotto forma di acquisto sia sotto forma di sottoscrizioni di eventuali aumenti di capitale mediante conferimenti in denaro”.
La decisione di consentire l’azionariato popolare però dovrà essere preventivamente deliberata dall’assemblea ordinaria della società. Nel caso di via libera da parte dell’organo societario, i tifosi potranno acquisire una quota massima del 20 per cento della società, indicando un loro rappresentante come membro del suddetto organo. Un ruolo, però, che non potrà essere quello di presidente, vicepresidente, ad, “nonché tutte le cariche rappresentative a livello sportivo”.
GIOVEDI’ ASSEMBLEA PUBBLICA INDETTA DAL COMITATO Sempre sul fronte del Comitato giovedì a Madonna Alta si terrà proprio l’assemblea dei tifosi che sarà l’occasione per fare il punto su tutto quanto successo e sul futuro. Nessuna porta viene chiusa per principio mentre i contatti con l’imprenditore alberghiero Faruolo sono ripresi. “Visto che aveva mostrato interesse – dice ad Umbrialeft l’avvocato Biscotti – vogliamo far capire a lui che qui c’è terreno fertile. Con gli imprenditori locali che si sono resi disponibili ci si può ragionare. Anche perché qui, tutti, vogliamo il bene del Perugia”. A questo punto, con la nascita della nuova società di Damaschi, non è scontato che il Comitato proceda con la costituzione di una sua società. Le riflessioni sono in corsa e nella giornata di domani verrà presa una decisione. “Il passaggio però – fa notare Biscotti – era solo e meramente tecnico. Nessuna contrapposizione. Solo che qui a forza di pensare a cavalieri di Malta e quant’altro si rischiava che nessuno costituisse una società”. Giovedì sera se ne saprà di più.
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