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Sono quattro le ordinanze di custodia cautelare in carcere notificate stamani dai carabinieri nell'ambito dell'indagine coordinata dalla Procura di Perugia sull'omicidio del militare dell'Arma Donato Fezzuoglio, ucciso durante una rapina in banca il 30 gennaio 2006 a Umbertide. I provvedimenti hanno interessato quello che gli investigatori considerano ''un gruppo di feroci rapinatori'' capeggiato da Raffaele Arzu, già finito in carcere nel dicembre scorso. Le altre ordinanze hanno riguardato Pietro Pala, originario di Marsciano (che secondo le indagini sparò il letale colpo di kalashnikov), Pietro Roberto Fragata di Arzana (Nuoro), tutti già detenuti, e Fabrizio De Montis, di Escalapiano (Nuoro), che era in Comunità. Nel corso dell'indagine i carabinieri hanno inoltre arrestato un sovrintendente della Polizia penitenziaria di Perugia, Gian Marco Mascia, accusato di favoreggiamento e comunque - è stato sottolineato dagli investigatori - non legato direttamente all'omicidio del carabinieri Fezzuoglio. Secondo gli investigatori all'azione criminale partecipò anche l'allevatore di Orune, Ivo Carta, ucciso nel frattempo per vicende che comunque non sono risultate collegate con quanto successo in Umbria. I carabinieri - coordinati dal sostituto procuratore perugino Antonella Duchini - sospettano che alla rapina e al successivo omicidio partecipò anche un sesto malvivente che però non è stato ancora identificato. Nel conflitto a fuoco rimase anche ferito l'appuntato scelto Enrico Monti. L'inchiesta è stata condotta dai carabinieri del Ros e da quelli del reparto operativo - nucleo investigativo del Comando provinciale di Perugia. A coordinarli il sostituto procuratore Antonella Duchini. L'indagine è stata illustrata stamani in una conferenza stampa a Perugia presenti lo stesso magistrato, il vice comandante del Ros generale Mario Parente, e il comandante del reparto operativo di Perugia maggiore Pierugo Todini. Fezzuoglio era originario della Basilicata e proprio stamani viene a lui intitolata una caserma a Perugia. VICECOMANDANTE ROS: IMPEGNATA TUTTA L’ARMA ''Su questa indagine – ha commentato il generale Mario Parente, vicecomandante del Ros - sono stati impegnati in modo particolare tutti i reparti dell'Arma, ci tenevamo molto''. ''La svolta nelle indagini - ha spiegato - è avvenuta dalla costituzione di un gruppo di lavoro composto dal Ros di Perugia, da elementi specializzati del Ros centrale, oltre all'impegno di tutti i reparti dell'Arma locale''. Parente ha ringraziato la magistratura che ha coordinato le indagini. ''Indagini complesse'', ha chiarito il vicecomandante dei Ros, anche per il vincolo di origine molto forte che teneva insieme la banda. E' dal paziente lavoro su intercettazioni (con l'ausilio di militari di origine sarda), telefoniche e ambientali, raccolta di testimonianze, riscontri scientifici con raccolta di dna su tutti i luoghi delle rapine attribuite al gruppo criminale - è stato sottolineato - che si è giunti infine alle identificazioni e agli arresti di oggi. IL PM: E’ LA RISPOSTA DELLO STATO ''C'e' stata una risposta dello Stato perché lo Stato c'è'' ha detto invece Antonella Duchini, il sostituto procuratore della Repubblica di Perugia che ha coordinato l'indagine sull'omicidio del carabiniere. ''Siamo particolarmente soddisfatti - ha sottolineato la Duchini - per il risultato di un'indagine condotta per anni. C' e' stata la risposta dello Stato di fronte all'aggressione subita dal carabiniere Fezzuoglio''. Il sostituto procuratore ha poi sottolineato l'importanza della sinergia tra i vari reparti dei carabinieri che hanno condotto l'inchiesta. LA VEDOVA: ANCHE DONATO OGGI E’ FELICE ''Anche mio marito oggi è felicissimo, questo giorno lo aspettava da tanto anche lui''. Queste le parole commosse con le quali Emanuela Becchetti, la vedova del carabiniere Donato Fezzuoglio, ha accolto la notizia degli arresti. La donna è intervenuta all'inaugurazione della caserma dei carabinieri di Ponte San Giovanni, a Perugia, intitolata a Fezzuoglio. ''E' una bella notizia - ha affermato - che non ci fa tornare indietro, però l'aspettavamo da tempo. Speriamo che la giustizia faccia il suo corso senza deluderci''. La vedova ha poi ringraziato tutti i carabinieri. ''Vorrei abbracciarli uno a uno - ha detto - sono persone meravigliose che non ci hanno mai abbandonato''. CHI ERA DONATO FEZZUOGLIO L'appuntato Donato Fezzuoglio nasce a Potenza il 27 maggio 1976. Nel 1995 consegue il diploma di ragioniere iscrivendosi successivamente alla facoltà di Scienze politiche dell'Università ''La Sapienza'' di Roma senza terminare il ciclo di studi poiché nel 1997 si arruola quale carabiniere ausiliario. Prestando servizio presso la Regione Basilicata dell'Arma partecipa al concorso per carabinieri effettivi superandolo brillantemente. Al termine del 109/o corso presso la Scuola allievi di Roma, viene destinato alla stazione Carabinieri di Umbertide. Successivamente, superata la prova di guida veloce, viene trasferito all'aliquota radiomobile del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Città di Castello. Il 30 gennaio 2006, in Umbertide, alle ore 15.55, intervenendo presso la locale Agenzia del Monte dei Paschi di Siena, dove era in atto una rapina, ingaggiava un conflitto a fuoco con i rapinatori, venendo colpito mortalmente da un proiettile alla schiena. Per questo ''eroico gesto'' è stato insignito, dal presidente della Repubblica, della Medaglia d'oro alla ''memoria''. ''Nel corso di servizio perlustrativo - è detto nella motivazione -, palesando spiccate doti di coraggio, ferma determinazione e cosciente sprezzo del pericolo, non esitava ad affrontare, unitamente ad altro militare, tre pericolosi malviventi sorpresi in flagrante rapina ai danni di un istituto di credito, esponendosi alla violenta azione di fuoco dei malfattori. Replicava con l'arma in dotazione costringendo alla fuga i rapinatori finché, attinto da un colpo proditoriamente esplosogli alle spalle da un altro rapinatore in posizione defilata, si accasciava esanime al suolo. Fulgido esempio di eroismo, di elette virtù militari ed altissimo senso del dovere, spinti fino all'estremo sacrificio''. Condividi