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PERUGIA - ''Abbiamo motivo di ritenere che ad imbracciare il kalashnikov da cui partirono i colpi che uccisero il carabiniere Donato Fezzuoglio, sia stato Pietro Pala''. Ad affermarlo il Sostituto procuratore di Perugia, Antonella Duchini, che ha coordinato le indagini a seguito dell'omicidio del carabiniere e del ferimento dell'appuntato scelto Enrico Monti, avvenuto il 30 gennaio 2006, quando i due intervennero per impedire una rapina al Monte dei Paschi di Siena di Umbertide. In conferenza stampa stamani, nella stessa giornata in cui una caserma in provincia di Perugia viene intitolata al carabiniere ucciso, e' stata data notizia dell'emissione di 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei presunti responsabili, da parte del Gip di Perugia su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia. Le indagini, ininterrotte dal 2006, sono state compiute sinergicamente ''operare insieme porta a risultati'' e' stato detto dal magistrato, ed ancora ''lo Stato c'e'''. Presenti alla conferenza anche il vice comandante del Ros generale Mario Parente, e il comandante del reparto operativo di Perugia maggiore Pierugo Todini. I provvedimenti restrittivi riguardano Raffaele Arzu, 30enne noto per gli assalti ai furgoni portavalori, gia' arrestato l'8 dicembre 2009 a Talana in provincia di Nuoro ed altri 3 componenti della sua banda, Fabrizio De Montis, Pietro Roberto Fragata e Pietro Pala (Fragata e Pala si trovano in carcere condannati in primo grado da tribunale di perugia con sentenza del 23 aprile scorso per una serie di rapine, l'altro e' stato recentemente ammesso in una comunita' di recuero in Sardegna). Un altro componente della banda, Ivo Carta e' stato ucciso in Sardegna nel 2006, a pochi mesi di distanza dalla rapina, con 11 fucilate che gli mozzarono le braccia (naturalmente a suo carico oggi non e' stata emessa alcuna ordinanza). A partecipare alla rapina di Umbertide furono comunque 6 banditi (ad oggi uno non e' stato identificato) dei quali 3, guidati da Arzu, irruppero nell'istituto mentre altri 3 (tra loro Pietro Pala) rimasero all'esterno a controllare. La pattuglia dei carabinieri, con Fezzuoglio e l'appuntato Monti, al suo arrivo ingaggio' una sparatoria senza conseguenze con i 3 rapinatori presenti in banca, ma venne sorpresa dagli altri, con conseguenze ben piu' gravi (la morte di Fezzuoglio ed il ferimento di Monti). Una quinta ordinanza di custodia cautelare (ai domiciliari) e' stata emessa nei confronti di un sovrintenendete della polizia penitenziaria di Perugia, Gian Marco Mascia, accusato di favoreggiamento e non legato direttamente all'omicidio. Pur essendo a conoscenza degli autori della rapina non avrebbe fatto rapporto e avrebbe reso dichiarazioni false al PM. ''Su questa indagine sono stati impegnati in modo particolare tutti i reparti dell'Arma, ci tenevamo molto''. Cosi' il generale Mario Parente, vice comandante del Ros, ha commentato da parte sua l'arresto dei componenti della banda ritenuta responsabile dell'omicidio del carabiniere Donato Fezzuoglio. ''La svolta nelle indagini - ha spiegato - e' avvenuta dalla costituzione di un gruppo di lavoro composto dal Ros di Perugia, da elementi specializzati del Ros centrale, oltre all'impegno di tutti i reparti dell'Arma locale''. Parente ha ringraziato la magistratura che ha coordinato le indagini. ''Indagini complesse'', ha chiarito il vicecomandante dei Ros, anche per il vincolo di origine molto forte che teneva insieme la banda. E' dal paziente lavoro su intercettazioni (con l'ausilio di militari di origine sarda), telefoniche e ambientali, raccolta di testimonianze, riscontri scientifici con raccolta di dna su tutti i luoghi delle rapine attribuite al gruppo criminale - è stato sottolineato - che si e' giunti infine alle identificazioni e agli arresti di oggi. Condividi