Federazione Prc Terni Prima Bianchina, poi Ippoliti. Due giovani ragazzi strappati dalla vita durante il lavoro. La stessa tragedia si ripete all’acciaieria di Terni. Un’altra morte bianca nel luogo di lavoro. Un’altra volta la stessa domanda: si può morire per il lavoro? Ma Bianchina e Ippoliti sono solo le punte di un iceberg fatto di eccessivi ritmi di lavoro, di straordinari, d’incidenti sul lavoro più o meno gravi che si rincorrono frequentemente. Condizioni già denunciate a suo tempo, ma alle quali non è corrisposto un atto di orgoglio e di rivendicazioni, di miglioramento della qualità del lavoro. Qualcosa sta cambiando nella fabbrica a Terni e non solo. Non è questione di “speranza”, la speranza, come la fatalità, non appartiene al nostro orizzonte. Ciò che è sotto attacco sono i diritti dei lavoratori e le relazioni sindacali come unico baluardo alla fabbrica totale, al profitto ad ogni costo, alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Noi non accettiamo questa logica. La fabbrica deve essere il luogo di costruzione di prospettive, di progetti di vita, di relazioni sociali e non di negazione prima della dignità e poi della vita dei lavoratori. Siamo stanchi di denunciare, di esprimere solidarietà, di fare le condoglianze alle mogli, alle famiglie di operai, di giovani operai. E’ ora di dire basta. Basta per Torino, basta per Terni, basta di tutti quei luoghi dove si consumano tragedie quotidiane, dove vengono portati attacchi continui alla dignità dell’uomo. Per questo nel denunciare l’ennesima morte a Terni, denunciamo nello stesso modo, per gli stessi motivi e con la stessa forza l’accordo di Pomigliano. Oggi a Pomigliano, domani in tutta Italia. Accordo che massacra il lavoro subordinandolo al solo profitto, che nega ogni forma di contrattazione, che nega ogni forma di democrazia in fabbrica. Prevediamo altri ritmi stressanti e altre morti o incidenti gravi. Non è questione di speranza, ma di lottare per nuove relazioni sindacali in grado di difendere i diritti dei lavoratori e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Nel denunciare la Thyssen Krupp per l’ennesima morte sul lavoro, denunciamo e critichiamo anche il Governo, la Confindustria, la Fiat e quei sindacati, CISL, UIL, UGL che firmando patti scellerati si stanno rendendo complici dell’attacco ai diritti dei lavoratori facendoli regredire agli anni ’50. Per questo aderiamo e invitiamo tutti a partecipare allo sciopero generale indetto dalla CGIL per il 25 giugno a Terni. Oggi la presenza di tutti, di molti, ha un valore e un significato in più. Condividi