PERUGIA - ''Va impedita la chiusura dell'Ispesl, l'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro, prevista dalla manovra finanziaria''. E' l'invito che l'assessore alla Sicurezza nei cantieri della Regione Umbria, Stefano Vinti, rivolge ai parlamentari umbri affinche' si attivino in ogni modo contro la scelta ''assai grave'' del Governo nazionale. Lo riferisce una nota della Regione.
''L'Italia, unica in Europa ad eccezione della Svezia - sottolinea - ha deciso di privarsi di un ente autonomo di ricerca, commissariato da due anni in attesa che venga nominato il nuovo presidente. Non solo si avrebbe un risparmio irrisorio, ma al contrario si assisterebbe a un aumento dei costi. Infatti, secondo la relazione tecnica che accompagna la manovra finanziaria, il 'risparmio' sarebbe di 426.248 euro, ma i costi per la mancanza di prevenzione sui luoghi di lavoro sono stimabili in circa il 3 per cento del 'Pil'''.
''Nel decreto legislativo 81/2008 e, successivamente, nel disegno di legge 1167 sul riordino degli enti - prosegue l'assessore regionale - erano chiare indicazioni che l'Ispesl sarebbe stato accorpato all'Inail. Cancellare un istituto che attrae 18 milioni di euro dai fondi europei e produce ricerche per il contenimento dei rischi nelle imprese per un introito annuo di 32 milioni di euro - aggiunge - potrebbe sembrare insensato se non rispondesse a una logica che conduce alla costruzione di un nuovo conflitto d'interessi''.
''L'Inail - afferma Vinti - diventera' un ente assicurativo che, da una parte, paghera' gli indennizzi per le malattie professionali e dall'altra gestira' i criteri scientifici con i quali stabilisce quali malattie dovranno essere indennizzate. Avanziamo il dubbio - dice - che tra l'interesse dei lavoratori a essere riconosciuti titolari di un danno professionale e il diritto ad essere indennizzati, e l'interesse dell'Inail a riconoscere il danno e poi a pagarlo, siano proprio i lavoratori a subirne le conseguenze''.
''La manovra finanziaria varata all'insegna delle lotte agli 'sprechi' e la retorica 'anticasta' - dice ancora l'assessore regionale - ha assunto il segno politico di costringere la funzione pubblica a ritirarsi da alcuni settori d'intervento, quali la ricerca. La funzione di ricerca dell'Ispesl e' autofinanziata nonche' relativamente libera. Lo Stato, con la soppressione dell'Istituto, lascerebbe senza lavoro oltre 500 ricercatori precari, per meta' nei 36 dipartimenti territoriali che raccordano il sistema produttivo locale con gli organi di controllo della sicurezza sul lavoro. Alla ricerca non verra' lasciata una autonomia organizzativa che, in fondo, e' l'unica garanzia per evitare conflitti d'interesse''.
''Il Governo e' determinato a proseguire nello smantellamento della ricerca mediante tagli ai finanziamenti o soppressioni brutali - conclude l'assessore regionale - Occorrono, in questi giorni, costanza e determinazione per salvaguardare tutti i 'nodi' della fragile 'rete' posti a presidiare la prevenzione e la sicurezza del lavoro. Per questo rivolgo l'invito ai parlamentari umbri affinche' si impegnino per bloccare la soppressione dell'Ispesl durante l'iter della manovra in Parlamento, e a sottoscrivere l'appello sul sito ispesl.altervista.org''.
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