Comune di Perugia, dopo la bocciatura della preintesa parla la Fp-Cgil: grossa responsabilità dell'Amministrazione Comunale

PERUGIA - All'indomani del voto negativo dei lavoratori del Comune di Perugia sulla preintesa sull'accordo per l'erogazione del salario accessorio relativo all'anno 2009, la Funzione Pubblica Cgil di Perugia vuole precisare alcuni aspetti della vicenda. “Prima di tutto rivendichiamo con forza il merito di aver voluto più di chiunque altro l'assemblea dei lavoratori e il voto sulla preintesa. Questo perché, per la Cgil, il pronunciamento dei lavoratori sugli accordi, a tutti i livelli, da quello aziendale a quello nazionale, è una condizione imprescindibile, mentre non si può dire lo stesso per le altre organizzazioni sindacali (vedi accordo separato sul modello contrattuale). Per noi, dunque, il pronunciamento dei lavoratori di ieri è assolutamente vincolante, per cui ci impegniamo immediatamente a chiedere la riapertura del tavolo di trattativa per portare avanti le richieste che i lavoratori hanno avanzato in assemblea. Dobbiamo però sottolineare che una grossa responsabilità sull'esito di questa vicenda va imputata all'amministrazione, sia per il metodo (non si può tenere una trattativa aperta per otto mesi facendo ad ogni incontro un passo avanti e due indietro), sia per la sostanza, dato che l'assessore Ciccone, presente solo all'ultima riunione, nella quale si pensava di arrivare a una sottoscrizione unitaria da parte delle organizzazioni confederali, ha rimesso tutto in ballo, facendo aperture politiche sulle quali, fino a quel momento, c'era stata chiusura totale e per le quali i tecnici continuano tutt'oggi a negare la disponibilità delle risorse economiche necessarie. Questo ha comportato anche il cambiamento repentino di posizione (altro che coerenza!) da parte della Cisl, che fino al giorno prima aveva pienamente sostenuto la piattaforma unitariamente condivisa. Per questo motivo la Fp-Cgil di Perugia, in vista della riapertura del tavolo di trattativa, pretenderà formalmente che dall'altra parte del tavolo ci sia una unica voce dell'amministrazione e non voci e diverse e contrastanti tra loro”.