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di Cosimo Pierre Mai così alto l’indebitamento: più di 30 mila euro sulle spalle di ogni italiano. Ancora un calo nel gettito fiscale: gli italiani evadono felici. Bocchino (Pdl): “Manovra timida”. Formigoni: “Il Governo ha messo le mani nelle tasche dei cittadini” Debito pubblico italiano a livelli record: ad aprile si è attestato a 1.812,790 miliardi di euro, il livello assoluto più alto mai raggiunto. I dati sono stati diffusi oggi dalla Banca d’Italia e sono contenuti nel Bollettino trimestrale. Del pari, sono invece in calo le entrate tributarie nei primi quattro mesi del 2010: da gennaio a aprile 2010 si sono attestate a 104,7 miliardi di euro, in calo di 2 miliardi in valore assoluto e dell'1,8%. Una diminuzione di questo tipo del gettito non può essere spiegato solamente con la crisi economica ma segna evidentemente una stabilizzazione della evasione fiscale. Più di 30.000 euro di debito sulle spalle di ogni italiano Le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori rilevano che il debito pesa con un gravame di 30.200 euro sulle spalle di ognuno dei 60 milioni di residenti e di 82.400 sulle spalle di ogni famiglia. Esse rimarcano, inoltre, come si tratti di «una mina vagante destinata a crescere, sia per la crisi economica prodotta dai banchieri e dagli oligarchi che difendono le loro rendite con le unghie e con i denti senza mai pagare il conto, che per le politiche economiche del centro destra,che non hanno messo in campo alcuna misura per una sua riduzione». Adusbef e Federconsumatori sottolineano che, sulla base dell'andamento del debito pubblico all'inizio ed alla fine di ogni governo, dal 1996 all'aprile 2010, dal calcolo dell'aumento medio mensile «si evidenzia l'impennata di utilizzo del ricorso al debito pubblico dei governi di centro destra rispetto a quelli di centrosinistra». «L'incidenza più accentuata del debito pubblico si è avuta negli ultimi 23 mesi (maggio 2008 - aprile 2010), con una crescita di 7,100 miliardi al mese,mentre la crescita più lieve (2,746 miliardi al mese) c'è stata tra il giugno 1996 e l'aprile 2001, coincidente con l'austerità e la politica economica del governo di centro-sinistra per rientrare nei parametri di Maastricht ed agganciare l'ingresso tra i Paesi fondatori dell'euro». Di Pietro: “Verso il default” «Il bollettino sul debito pubblico diramato da Bankitalia è inquietante. In Italia il debito registrato nell'aprile del 2010 segna un nuovo record, toccando quota 1812,79 miliardi di euro. Circa 16 miliardi di euro in più rispetto al mese precedente, quando il debito ammontava a 1797 miliardi. Questo Governo ci sta portando alla sua meta, di certo non quella desiderata dai cittadini: il default» sottolinea il leader dell’Italia dei valori Antonio Di Pietro. «Immaginando una progressione lineare - aggiunge - l'Italia potrebbe chiudere l'anno con un debito pubblico pari a 1941 miliardi di euro». Secondo il leader dell’Italia dei valori, «la situazione è insostenibile, anche agli occhi dell'Europa. La manovra “lacrime e sangue” per i cittadini, e non per i membri del Governo, appare ridicola alla luce dei dati diffusi oggi dalla Banca d'Italia; una manovra che toglie gli ultimi spiccioli dalle tasche degli italiani (mentre continuano gli immensi sprechi della macchina burocratica) e che non eviterà il fallimento del Paese, almeno che non sia triplicata o quadruplicata. Non si possono togliere 24 miliardi di euro, nell'arco di due anni, fiaccando l'economia, la gestione del territorio e la capacità di spesa delle famiglie, salvo bruciarne 16 in un mese per tenere in piedi la macchina dello Stato con tutti i suoi sprechi. È come se una nave imbarcasse acqua da tutte le parti e si tentasse di tenerla a galla svuotandola con un bicchiere. Questo è lo scenario nel quale si muove un governo di incoscienti». Bocchino: “Manovra timida” Le critiche alla manovra economica del Governo provengono anche dall’interno del Pdl. Secondo il finiano Italo Bocchino, la manovra predisposta da Tremonti «è timida e non tiene in nessun conto l'esigenza di incentivare lo sviluppo. Anzi, lo comprime limitando la potenziale crescita del prodotto interno lordo». Le due gambe su cui poggia il decreto sono condivisibili, aggiunge, cioè «tagli alla spesa per 14 miliardi e maggiori entrate per 11, ma non c'è traccia delle terza inevitabile gamba, rappresentata dal finanziamento dello sviluppo». Il deputato finiano fa anche una proposta concreta di tagli, secondo lui più efficienti e razionali: «le amministrazioni pubbliche comprano beni o servizi per decine e decine di miliardi l'anno e queste cifre sono quasi raddoppiate negli ultimi dieci anni, essendo ormai svincolate da ogni controllo. Solo le regioni spendono 140 miliardi l'anno, di cui 70 per la sanità. Basterebbe bloccare queste spese al 2009 per risparmiare 15 miliardi di euro e raddoppiare in due anni la manovra». Formigoni: “La manovra mette le mani nelle tasche degli italiani” Molto duro anche il giudizio del governatore lombardo Formigoni, secondo il quale «se la manovra non cambia saremo costretti a tagliare i servizi o ad aumentare le tasse, cioè a mettere le mani nelle tasche dei cittadini. È il contrario della politica che il centrodestra sostiene». Secondo Formigoni occorre «dividere i tagli per i quattro comparti pubblici: ministeri, Regioni, Province e Comuni. Una modifica elementare che renderebbe la manovra sopportabile». In caso contrario, rileva, «gli effetti ricadrebbero sui contributi alle imprese, sul trasporto locale, l'ambiente e la scuola. Proprio i capitoli di spesa che passeranno alle Regioni con il federalismo». Ma tutte le Regioni sono in subbuglio contro il decreto economico del Governo. Domani ci sarà un’assemblea straordinaria della Conferenza Stato-Regioni in cui si esprimerà un giudizio definitivo sulla manovra economica in discussione al Parlamento. Da Dazebao.org Condividi