Nel momento in cui la crisi apre nuovi fronti e nuove incognite, le imprese continuano a scontrarsi con le rigidità del sistema bancario: lo testimoniano i dati dell’Osservatorio sul credito della Confcommercio nazionale, secondo i quali, se diminuiscono le imprese che hanno difficoltà a far fronte al proprio fabbisogno finanziario nel primo trimestre 2010 (14% contro il 16% del trimestre precedente) e aumentano quelle in grado di fronteggiare autonomamente questa esigenza – segno che le stesse mettono mano a risorse proprie - sul versante dell’offerta di credito si riscontra invece un irrigidimento delle banche nella concessione dei finanziamenti. Diminuiscono infatti le imprese a cui è stato accordato il fido richiesto (55,5% rispetto a quasi il 63% della precedente rilevazione) e aumenta il numero di quelle che ha visto accogliere la domanda di finanziamento con un ammontare inferiore a quello richiesto (9% contro il 6%). Ma le imprese segnalano anche un aumento dei costi di finanziamento e dei servizi bancari e la richiesta di maggiori garanzie. Anche alle imprese umbre arrivano meno soldi, più difficilmente e a peggiori condizioni. E’ quanto emerge dai primi 4 mesi di attività del confidi della Confcommercio della provincia di Perugia Umbria Confidi, che confermano una analoga situazione rilevata nel 2009 rispetto al 2008. Si allungano ad esempio i tempi di attesa per ottenere credito, e si registra un generale inasprimento delle condizioni. Si allarga inoltre sempre più la forbice tra finanziamenti deliberati dalla cooperativa di garanzia e quelli poi effettivamente erogati alle imprese da parte del sistema bancario. Nel contempo sono sempre più le attività che si sono rivolte ad Umbria Confidi, che nei primi 4 mesi del 2010 ha registrato un incremento molto elevato, rispetto all’analogo periodo del 2009, sia dei finanziamenti deliberati - +54% a gennaio, +21% a febbraio, +57% a marzo, +13% ad aprile – che delle pratiche. “A fronte delle enormi difficoltà in cui si dibattono le aziende – commenta il direttore della Confcommercio della provincia di Perugia Vasco Gargaglia – servono azioni ben più incisive. Occorre che strumenti come l’Osservatorio sul credito istituito presso la Prefettura, che si riunirà di nuovo fra pochi giorni, esca dallo sterile gioco delle parti tra le varie componenti – tutte più impegnate a difendere la legittimità del proprio operato che a mettersi in discussione per fare un salto in avanti - in cui nel corso di questi mesi è rimasto ingabbiato e diventi un luogo di confronto vero, capace di decidere azioni e interventi davvero utili alle imprese. In vista della riunione del 15 giugno poniamo questo come svolta da affrontare nell‘operatività dell’Osservatorio, pena, ribadiamo, la sua sostanziale inefficacia a svolgere il ruolo per cui è stato creato”. Ma uno scatto in avanti Confcommercio chiede anche alla Regione, perché sul fronte credito svolga un ruolo più incisivo, in primo luogo con una azione di moral suasion verso il sistema bancario per condurlo su posizioni più vicine alle reali esigenze delle imprese. Un ulteriore snodo - sul fronte credito - è la struttura e la funzione che si andrà a dare alla finanziaria regionale Gepafin. “La nuova Gepafin – sottolinea Gargaglia - deve riconoscere un ruolo centrale ai confidi e valorizzarne la funzione, svolgendo così appieno la mission di soggetto facilitatore e calmierante del mercato del credito, forte di una produttiva alleanza con i confidi stessi e col sistema delle banche”. UN SISTEMA CREDITIZIO SEMPRE PIU’ RIGIDO Secondo la “fotografia” del rapporto tra banche e imprese del terziario nel primo trimestre 2010, scattata dall’Osservatorio sul credito realizzato da Confcommercio in collaborazione con Format Ricerche di Mercato, rispetto al fabbisogno finanziario il 60,5% delle imprese è riuscito nel trimestre a fare fronte al fabbisogno finanziario, il 25,4% ci è riuscito ma con qualche difficoltà, il 14,1% non ci riuscito, segnalando una situazione di forte difficoltà. Il saldo tra le imprese che sono riuscite a fare fronte al proprio fabbisogno finanziario e quelle che non ci sono riuscite, o che vi sono riuscite con difficoltà, è pari a 21,0, ben superiore rispetto al saldo precedente che era pari a 2,5. Cresce inoltre la rigidità nella domanda di credito. Nel primo trimestre del 2010 diminuisce ancora la percentuale delle imprese che si sono rivolte agli istituti bancari per chiedere un fido o per rinegoziare un fido esistente: sono state il 22,3%, contro il 24,1% del quarto trimestre del 2009, il 27,5% del terzo trimestre, il 34,6% del secondo trimestre. A questO fa riscontro un sensibile irrigidimento delle banche nel concedere il credito. Nel primo trimestre del 2010 la percentuale delle imprese alle quale è stato accordato il fido che avevano chiesto (con un ammontare pari o superiore rispetto a quello richiesto) è risultata pari al 55,5% (era il 62,7% nel quarto trimestre del 2009, il 72,5% nel corso del terzo trimestre). La percentuale delle imprese alla quale è stato accordato il fido, ma con un ammontare inferiore rispetto a quello richiesto, è risultata pari nel trimestre all’8,9%, mentre la percentuale delle imprese che si sono viste rifiutare il credito è stata del 12,7%. Sommando insieme i due dati, l’irrigidimento delle banche nell’offerta del credito ha colpito nel primo trimestre del 2010 il 21,7% delle imprese del commercio, turismo e servizi. La medesima percentuale era pari al 16,2% nel quarto trimestre del 2009, e al 13,5% nel terzo trimestre. Sempre nel corso del primo trimestre di quest’anno, il 9,8% delle imprese che si sono rivolte alle banche è ancora in attesa di conoscere l’esito della propria domanda, mentre il 13,2% ha dichiarato di essere intenzionata di rivolgersi alle banche per ottenere il credito del quale hanno bisogno nel prossimo trimestre. Condividi