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PERUGIA - Giusto aver evidenziato nella relazione che viviamo una fase inedita per l'Umbria per il Paese e per l'intero pianeta che non lascerà nulla com'era prima. L'Umbria è pienamente inserita in questo contesto. Serve una nuova riforma dell'Umbria con una visione strategica da perseguire con azioni concrete. Bene la relazione programmatica ed intelligente il preambolo che la precede. Serve una condivisione dei problemi ed anche una nuova concertazione che - è bene ricordare - nel passato ha anche rischiato di essere consociativa. Fra le priorità riteniamo che il lavoro sia in testa a tutte le preoccupazioni, con i giovani che pagano maggiormente il prezzo della crisi. La proposta di un piano regionale del lavoro stabile già emersa nella precedente legislatura è essenziale. Positivo l'atteggiamento della presidente Marini nel difendere il polo universitario ternano, non dobbiamo abbassare la guardia. Ora ci preoccupano le nubi che si affacciano sulle acciaierie di Terni. Consideriamo l'impresa di per sé elemento non positivo perché può significare sfruttamento, ma quando crea occupazione buona va sempre difesa. Bene la necessità di valorizzare la filiera arte-cultura-turismo, e condivisibile la scelta strategica della green economy. L'Umbria necessità di energie rinnovabili, anche puntando su piccoli impianti eolici o di trattamento termico dei rifiuti, da scegliere con un bando europeo che garantisca l'adozione di tecnologie moderne e sicure. Altra grande priorità sta nel contrastare le disuguaglianze sociali e nel difendere il sistema sanitario pubblico. Si può arrivare ad una unica azienda regionale per integrare le politiche sanitarie e sociali. Il 21 maggio si sono svolti a Perugia gli stati generali della Italia mediana, è un terreno da approfondire”. Condividi