PERUGIA- Rocco VALENTINO: ''Servirebbe discontinuita' rispetto al decennio Lorenzetti, ma la Marini non prende sufficientemente le distanze. Va restituita dignita' all'impegno politico, prima di tutto riformando la macchina burocratica. Bene il taglio dell'indennita' dei consiglieri regionali e delle consulenze esterne, ma cominciamo anche a parlare dei dirigenti dell'ente. La mia sensazione e' che giunta e maggioranza non abbiano coraggio e volonta' di affrontare un reale cambiamento per l'Umbria''.
Andrea LIGNANI MARCHESANI: ''Abbia il coraggio, la presidente Marini, di fare quelle scelte, specie per le riforme della macchina burocratica, che non sono state fatte nei precedenti dieci anni. Non concertazione, spesso fallita in passato, ma una rinnovata cultura della partecipazione ed una rinnovata alleanza con la politica''.
Maria ROSI: ''Spero che la Marini mantenga l'impegno di rispettare il ruolo del consiglio regionale. Ma lei e la sua giunta arrivano con un ritardo di 15 anni a parlare di cambiamenti e di riforme. Non c'e' altro tempo da perdere: le risposte ai cittadini umbri devono arrivare prima possibile''.
Massimo MANTOVANI: ''Sono 15 anni che la sinistra parla di alleggerire la macchina burocratica regionale. Lo aveva fatto Bracalente, ma e' stato mandato via da quel 'partito Regione' che ha voluto al suo posto la Lorenzetti: di quel 'partito' ce ancora traccia nel programma della Marini. Ora pero' la questione e' un'altra: ce la faremo a sopravvivere come istituzione regionale? La Marini non propone un asse strategico per lo sviluppo: la green economy non basta''.
Raffaele NEVI (capogruppo): ''Questo momento difficile per tutti c'impone di non fare il teatrino della politica. Servono condivisione ed unita' per risolvere problemi che riguardano tutta la collettivita': lo abbiamo riscontrato quando ci fu la crisi dell'Ast. Certo, ci sono idee diverse su quello che sono stati 40 anni di regionalismo in Umbria. Ma intendiamo attuare un nuovo modo di fare opposizione, affinche' le risposte della politica siano piu' efficaci, nell'interesse dell'Umbria intera. Detto questo, l'analisi della situazione umbra proposta dalla Marini ci sembra ottimistica, su versanti come la sicurezza, l'eccessiva presenza del sistema pubblico nell'economia, i rifiuti, la gestione dell'acqua. Il peso della spesa per le comunita' montane su ogni cittadino umbro e' molto alto, mentre i Comuni piu' grandi hanno inasprito la pressione fiscale negli ultimi anni, e ci sono spese da tagliare anche nella sanita'. In realta' va cambiata l'impostazione culturale nella gestione della Regione, sinora troppo pubblicistica, retaggio della tradizione comunista in Umbria. Cosi' pero' non si puo' continuare, ed occorre lasciare piu' liberta all'impresa privata e al mercato: quanti spazi occupano le comunita' montane che potrebbero essere lasciati al singolo agricoltore? o quanti asili nido potrebbero essere lasciati alla gestione privata? Lo stesso potrebbe avvenire in sanita', anche per superare il problema delle liste d'attesa. La sfida, ora, e' passare dalle parole ai fatti. Anche sul ruolo del consiglio regionale: anche la Lorenzetti, a parole, ne esaltava le peculiarita'. Poi l'assemblea e' stata messa da parte. Serve un dialogo sulle politiche da mettere in campo. Gli attacchi al Governo nazionale, spesso pretestuosi, non aiutano a costruire un percorso per remare tutti dalla stessa parte. Il Pdl si confrontera' su tutte le questioni, per tenere alta l'asticella del confronto: se l'abbassiamo troppo, ci rimettono tutti gli umbri''.
Giovedì
10/06/10
09:24