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PERUGIA - ''La manovra da 25 miliardi di euro varata dal governo Berlusconi e' destinata a incidere profondamente sui bilanci delle Regioni e anche in Umbria produrra' effetti a dir poco devastanti'': e' quanto sostiene l'assessore regionale alle infrastrutture e lavori pubblici Stefano Vinti per il quale siamo di fronte ad ''un governo che per mesi si e' occupato solo di sbandierare inutili slogan ottimistici che sottolineavano come ormai ci fossimo lasciati alle spalle il peggior momento della crisi, adesso affronta l'emergenza della speculazione sull'euro e della necessita' del contenimento della spesa pubblica e della riduzione del debito nel peggiore dei modi''. ''Meta' della manovra - spiega l'assessore - e' costituita infatti da tagli agli enti locali e alle Regioni (circa 12 miliardi), con una pesante riduzione delle spese per la sanita' (1,5 miliardi nel prossimo biennio). Le Regioni, in particolare, vengono chiamate a concorrere alla realizzazione degli obiettivi di finanzia pubblica per il triennio 2011-2013 con un gravoso impegno 8,5 miliardi di euro di trasferimenti statali in meno in due anni''. Vinti - riferisce un comunicato della Regione - sottolinea che ''l'Umbria viene colpita in maniera pesante, e per il 2011 verranno a mancare circa 117 milioni di euro dai trasferimenti statali. Vengono cosi' tagliate risorse essenziali per servizi importanti: circa 29 milioni di euro per la viabilita'; oltre 40 milioni per il trasporto pubblico locale; 12 milioni per gli incentivi alle imprese; 6 milioni per l'agricoltura; 7 milioni per le politiche ambientali; 20 milioni per l'edilizia residenziale pubblica, che significa azzerare ogni intervento per l'edilizia sociale, causando un drammatico deficit di offerta di residenze per i ceti piu' bisognosi e un ulteriore aggravio per le imprese del settore''. ''A causa di questo provvedimento le Regioni e gli enti locali - prosegue Vinti - si troveranno di nuovo di fronte al solito drammatico dilemma: tagliare i servizi pubblici o a far pagare di piu' i cittadini, con aumenti dei tributi e delle tariffe, ove possibile, per continuare a garantire servizi essenziali. E' del tutto evidente, quindi, quanto questa manovra del governo Berlusconi sia iniqua, destinata a creare forti sperequazioni, e del tutto inadeguata ad affrontare l'emergenza debito, la crisi e soprattutto a rilanciare l'economia del Paese. Soprattutto perche' non va a colpire i veri responsabili della crisi e delle difficolta' economiche, cioe' le rendite finanziarie e gli speculatori. Anzi, chi ha goduto fino a poco fa dello scudo fiscale, provvedimento che doveva miracolosamente aiutare a riequilibrare i conti dello Stato, adesso avra' un nuovo condono edilizio, l'ennesimo premio a chi viola legge, rovina l'ambiente, evade il fisco''. Per l'assessore questa ''non era l'unica strada che il governo poteva seguire. Si puo' invece ridurre - afferma Vinti - la spesa pubblica intervenendo sulle spese sbagliate, sugli sprechi e colpendo le rendite, l'evasione e la speculazione. La riduzione delle spese militari, a cominciare dal ritiro delle truppe dal medio oriente, e il blocco delle grandi opere (la Tav e il Ponte sullo Stretto, ad esempio) porterebbero ad un risparmio di oltre 5 miliardi di euro. Un vero impegno per il recupero dell'evasione fiscale porterebbe al nostro Paese, secondo le stime del Fmi, un 5% del Pil, mentre elevare la tassazione della rendita dal 12,5 al 23% garantirebbe allo Stato entrate per 5 miliardi di euro. Ed infine si puo' riformare drasticamente il regime degli appalti e delle concessioni, causa prima della diffusione della corruzione, obbligando alle gare, eliminando le deroghe, aumentando i controlli, mettendo nel cassetto la 'legge obiettivo' e il sistema del general contractor che e' fonte continua di elusioni e sprechi, e creando un sistema semplificato e qualificato di stazioni appaltanti. Anche dal passaggio della pubblica amministrazione all'open source si potrebbe, poi, conseguire un risparmio di un miliardo di euro''. ''Questi sono i veri interventi di cui il Paese ha bisogno - conclude Vinti - misure che vanno a reperire risorse dai responsabili della crisi, che qualificano l'apparato pubblico come elemento cardine del risparmio e consentono di garantire ai cittadini servizi pubblici essenziali e di rilanciare gli investimenti e l'economia dei vari territori''. Condividi