Copia di giorgio bonomi.jpg
Un voto contro le lusinghe di Veltrusconi Caro Piero Sansonetti, ti scrivo ritenendoti persona sensibile, oltre che intelligente, sul piano politico e umano. Tanto per sapere chi sono (non "lei non sa chi sono io") ti dico solo che sono stato e sono impegnato in politica da tanti anni: ho scritto, edito da Feltrinelli, un libro su Gramsci; ho collaborato a "Il quotidiano dei lavoratori" e a "il manifesto"; sono stato consigliere comunale a Perugia per il Pdup; ora mi occupo di arte contemporanea; sono collaboratore di "Alternative per il socialismo". Vorrei fare una dichiarazione di voto. Voto a sinistra (arcobaleno) perché ho rispetto per tutta la mia storia politica e culturale; perché provo una pena profonda nel leggere le dichiarazioni di voto di certi personaggi ("grandi intellettuali") che sono stati Psi, Pci, Rifondazione, addirittura Pri (Calvesi, Barilli, Fuksas, ecc.) e che paiono essere, più che fulminati sulla via di Veltroni, su quella dei possibili incarichi...; perché provo altrettanta pena nel vedere i risultati di coloro che hanno scelto la "via comunista all'interesse personale" (da Riotta alla Annunziata, ecc., a parte gli ex di Lotta Continua!); perché forse il voto a sinistra (arcobaleno) è l'unico modo per testimoniare il disprezzo per questa società e l'attuale stile di vita che nessuno, in realtà, combatte, accettando (con piacere) tutti i privilegi che ognuno di noi, nel suo campo, ottiene (dall'auto con autista alle ospitalità di lusso, ai salotti buoni). Sono molto tentato di non votare per niente, per altrettante ragioni, cioè perché neanche in Rifondazione c'è volontà e capacità di capire fino in fondo la nostra società e quindi di convincere la gente a votare per, e venire con, noi, non si riesce a convincere gli "astensionisti di sinistra", ma i funzionaretti di partito neanche cercano nuove iscrizioni (forse per paura che qualcuno prenda il loro posto!); perché abbiamo una stampa (mi dispiace, ma anche "Liberazione") in cui la cultura oscilla tra le barbosità fumose e le cialtronerie (giovanilismo da centro sociale, border line, femminismo vetero o scandalosamente estremo, ecc.); perché nella più grande città amministrata da una giunta Rc-Verdi si chiama Bonolis a intrattenere la plebe (che, certo, si diverte, se non conosce altro!); perché nessuno denuncia fortemente il "velinismo" ("tette e culi", rifatti) delle nostre ragazze o la demenza dei quiz e dei "grandi fratelli"; perché appena qualcuno parla di regole - a scuola, nelle università, nella società - subito si alza l'idiota di turno ad iniziare la canea "dagli al fascista!", come per la brava redattrice di "Liberazione" che giustamente denunciava l'assenza di "regole" (democratiche) a Cuba. Caro Sansonetti, la sobrietà, la devozione, la responsabilità, il rispetto non sono categorie reazionarie né obsolete, sono invece elementi semplici ma indispensabili per una società più giusta. Non basta il lavoro fisso ed un equo salario (cose sacrosante) se poi i "valori" di quel lavoratore fisso sono, per esempio, il casinò o la discoteca, magari con "pera". Non mi fraintendere, non penso, e non le ho mai amate, alle società soviettistiche con i vestiti tutti uguali, tutti in bicicletta, alle parate, a far ginnastica, vorrei solo che il cosiddetto popolo, o massa che dir si voglia, si divertisse meglio, con più cultura, con più valori, con più intelligenza,e quindi vivesse una vita più, o veramente, "umana". Evito di parlare di quella "rivoluzione intellettuale e morale" di cui qualcuno a noi caro parlò, ma se non affrontiamo questo problema (la cultura come elemento antropologico, come modo di vivere) sarà ben difficile convincere il popolo "bue" a non ascoltare le lusinghe (e le bugie) di Berlusconi e di Veltroni. Purtroppo ho la sensazione che i nostri compagni facciano la campagna elettorale un po' come i rappresentati di commercio girano a vendere i loro prodotti, ma chi resta a casa, come me, non ha troppi diritti di lagnarsi, per questo: voterò la Sinistra l'Arcobaleno (ma che fatica!). Giorgio Bonomi via e-mail Caro Bonomi, su molte cose che tu scrivi io sono d'accordo (non mi associo né mi dissocio in blocco dai tuoi giudizi sulle persone, uno dei quali ho censurato perché, come sai, tra le regole che esistono, ci piaccia o no, c'è quella sulla diffamazione...). Su alcuni dettagli del tuo ragionamento dissento, ma non mi sembrano quelli essenziali. L'essenziale, se capisco bene, è la tua aspirazione ad una sinistra che sappia indicare «nuovi stili di vita», e cioè avviare una vera e propria «rivoluzione intellettuale e morale». In che consiste? Non so come la pensi tu, io credo che la sinistra deve definire un progetto di società - di economia, di convivenza civile, di modello produttivo, di relazioni personali tra donne e uomini, di consumi - molto diverso dalla realtà della società attuale. E non semplicemente per un anelito etico, ma perché l'attuale modello di società - con i suoi squilibri paurosi, coi suoi sconvolgenti eccessi di potere, con i suoi sprechi - sta conducendo il pianeta verso il disastro. E' un modello costruito sull'idea che lo sviluppo può essere infinito, che la ricchezza non ha limite, e che il motore della storia è la competizione e dunque lo squilibrio. Sono tre idee sbagliate, che hanno prodotto ingiustizia, violenza, recessione e distruzione della natura. Tanto che oggi stiamo discutendo della possibilità che forse fra 30 o al meglio fra 100 anni sarà messa in discussione la sopravvivenza della specie. Rivoluzione intellettuale e morale, per me, è questo: proporre una società che punti alla riduzione degli squilibri, quindi delle ingiustizie, quindi del potere. Una società, per così dire, orizzontale, paritaria, fondata sulle «relazioni» fra le persone, molto diversa da quella attuale, verticale e fondata sul comando e sulla ricchezza. Sono convinto che la nascita di un nuovo soggetto della sinistra possa avvenire solo su un progetto di questo genere. Altrimenti è solo una federazioncina di gruppi dirigenti, di ceto politico, di liste elettorali, che non mi pare interessantissima. Se riusciamo ad avviare questo processo, magari, potresti smettere di lagnarti (seppure a ragione) e dare una mano... Piero Sansonetti Condividi