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Il Capogruppo PRC SE Comune di Gualdo Tadino Gianluca Graciolini La neo eletta consigliere regionale dell'UDC, la nostra concittadina Sandra Monacelli, non perde occasione di dimostrare il suo talento melodrammatico anche parlando della manovra di lacrime e sangue del governo Berlusconi. I sacrifici cui ci chiama la manovra sono necessari, secondo la Monacelli, e prima di parlare di effetti gravi per le Regioni, queste devono eliminare gli sprechi perchè i bravi governanti e i bravi amministratori si vedono nei momenti di difficoltà. La solita retorica dei buoni propositi, dunque, e poco di più: solo forse qualche lezioncina di ottimismo facile e di rassegnazione amichevole alle decisioni di Berlusconi, imparata a memoria dal Sindaco di cui è stata vicaria un annetto scarso. Nessuno scatto, nessun dubbio sulla iniquità di cui molti parlano da parte di una Monacelli che si è lasciata presto accecare dalla pagliuzza negli occhi delle misure taglia sprechi di Tremonti e non si accorge della trave dei tagli alle Regioni e agli enti locali e del blocco triennale degli stipendi di 3.600.000 italiani e di una bella manciata di umbri del pubblico impiego. Un blocco che avrà un effetto deprimente nell'economia e nei consumi in generale ma anche un effetto di freno per i rinnovi contrattuali dell'intero settore privato. Provare per credere: tra poco andrà in scadenza il contratto dei chimici; per Gualdo, ad esempio, ciò riguarderà i lavoratori della Tagina e di altre aziende della ceramica. Vogliamo scommettere che dopo le indicazioni di questa manovrina e il regalino alle imprese del contratto di produttività, sarà molto difficile ottenere anche solo uno straccio e una parvenza di questo rinnovo e pur in presenza dei salari e degli stipendi tra i più bassi d'Europa? La matematica approssimativa della Monacelli non le fornisce poi gli strumenti opportuni per fare un ragionamento serio anche volendo considerare uno sforzo della Regione Umbria nella direzione da lei auspicata. Se fossimo nei panni della Marini proveremmo per una volta a soddisfare le improvvisazioni della Monacelli: proveremmo cioè a raschiare fino in fondo il barile dei cosiddetti e presunti sprechi. Tagli o soppressioni delle auto blu, congelamento delle missioni, soppressione di alcuni enti strumentali magari dopo uno studio accurato sulla produttività di questi e tagli drastici alle altre poste di spesa "parassitaria" che si potrebbero annidare tra le pieghe della pubblica amministrazione anche in Umbria e che potrebbero essere definite come i costi impropri della politica. Bene, uno sforzo necessario ed auspicabile in ogni caso, che dovrebbe peraltro dispiegarsi indipendentemente dall'emergenza dovuta alla crisi economica e dalle pressioni di questa manovra. Facciamo però due conti: anche una cura da cavallo da prescriversi alla Regione e da diluire nei due anni di una programmazione che abbia il respiro della serietà farebbe risparmiare alla stessa, vogliamo dire, 1 milione di euro? 5 milioni? 10? 50 milioni di euro? Non stimiamo di più perchè non saremmo a quel punto credibili anche raschiando non solo tutti i costi cosiddetti impropri della politica ma demolendo anche degli elementari diritti democratici il cui esercizio hanno comunque un costo. Anche supponendo un taglio fino a cinquanta milioni di euro alla spesa della Regione, cosa che presupporrebbe a quel punto una riforma radicale della pubblica amministrazione in Umbria e dello stesso ordinamento istituzionale della nostra Regione, recupererremmo solo un quinto dei 250 milioni di euro di tagli previsti per l'Umbria dalla manovra di Tremonti per i prossimi due anni che peraltro si giudicano sottostimati e che andrebbero a colpire tanti settori strategici, come quelli del trasporto pubblico, della sanità, dell'ambiente, degli incentivi alle imprese e dell'edilizia residenziale pubblica. Scuola e servizi sociali ci risulta infatti che abbiano già dato abbondantemente. Quello che ci fa dubitare su uno dei primi esperimenti dialettici della Monacelli nella sua nuova veste è il fatto che non si accorge che questa manovra non è emendabile ma prepara un vero e proprio massacro sociale e sancisce la fine delle Regioni e della loro possibilità di funzionare efficientemente. Ma quello che ci fa un pò sorridere del suo intervento è il pulpito dell'austerità da cui ha deciso di invitare i cittadini dell'Umbria ai sacrifici e la Regione agli interventi taglia-sprechi. Il suo primo ed unico anno di esercizio diretto di un mandato amministrativo nel governo di una città, la nostra, è stata una sicura prova di questa indole austera, un degno esempio di come la politica e la pubblica amministrazione devono selezionare le priorità in un momento di forte crisi e di scarsità di risorse: le luci natalizie messe a go go in ogni dove, i carnevali dei cani, le feste ecc. ecc. fanno da questo punto di vista scuola. Speriamo tanto che la Marini non prenda esempio dal suo luminosissimo modo di amministrare e non si metta a festeggiare anche lei il compleanno dell'Umbria, con tanto di corteo e migliaia di alunni di scuola elementare chiamati alla bisogna da ogni angolo della regione. Anche perchè, se si va avanti così, con il disegno di questo governo, potrebbe rivelarsi più che una ricorrenza, un vero e proprio funerale. Condividi