di Daniele Bovi
E’ uscito alle 13.35 dopo un colloquio di 45 minuti nell’ufficio del sindaco il rappresentante di una cordata di imprenditori umbri interessati a partecipare all’asta fallimentare che il dottor Patumi (il curatore fallimentare nominato dal tribunale di Perugia) dovrebbe fissare intorno al 10 giugno. Accompagnato da un politico di centrodestra (“non mi citate, non ho voglia di nessuna pubblicità”), il rappresentante ha esposto al sindaco i piani dei suoi referenti.
“Sono persone informatissime – dice ad Umbrialeft il politico –: il rappresentante aveva con sé un dossier che faceva pelo e contropelo alla società”. Come da copione, anche in questo caso vige il più stretto riserbo intorno all’identità degli imprenditori. Al sindaco avrebbero presentato uno “studio imprenditoriale approfondito” in cui rientrerebbe anche l’affaire stadio. “Lo stadio in una prospettiva futura – riferisce ad Umbrialeft il pidiellino - potrebbe interessare. E’ ovvio che chi investe nel calcio lo fa per avere un ritorno economico. Di samaritani in giro non ne vedo”.
Ad Umbrialeft hanno assicurato che trattasi di tre persone serie, con soldi veri e interessati al salvataggio della categoria. Niente partito della D insomma o personaggi alla Veltroni (tranquilli, non Walter bensì l'imprenditore edile di Monte San Savino). I tre sarebbero interessati ad un progetto a lunga scadenza, nessuna toccata e fuga. Secondo quanto riferito ad Umbrialeft i tre imprenditori non sono perugini e operano in settori diversi tra di loro. Colui che durante l'incontro di oggi ha fatto da intermediario di questi tre soggetti invece, opera per una società che fa abitualmente consulenze per le aziende dei tre imprenditori umbri interessati al Perugia.
Pochi minuti dopo da palazzo dei Priori è uscito anche il sindaco Boccali. Braccato dai cronisti a cui qualcuno ha spifferato dell’incontro, il sindaco così commenta: “La prima cosa a cui pensare è l’asta. Poi tutti i soggetti interessati al salvataggio del Perugia sono benvenuti. Io mi limito solo a dire che il tempo della poesia è finito. Serve la prosa”. Di chiacchiere insomma Boccali ne ha viste abbastanza. Ora è il caso di mettere sul piatto i soldi. L’unica cosa, in tutta questa lunghissima storia, di cui non s’è vista traccia.
Ospite martedì sera della trasmissione di Umbria Tv “Calcio all’angolo” il sindaco ha affrontato anche le questioni dello stadio e del mancato intervento dell’imprenditoria perugina e umbra. Sulla prima questione Boccali è stato chiaro: “Smitizziamo la questione stadio. In Italia lo stadio polifunzionale lo ha fatto solo la Juventus. Dal punto di vista immobiliare non è questo il momento per fare un investimento di questo tipo. E poi se uno mi arriva con il progetto di fare la D di che progetto di stadio parliamo?!”.
Per quanto riguarda invece proprio l’intervento del mondo economico umbro, Boccali ha sottolineato con rammarico che “fra tutte le cordate presenti non ce ne sia una umbra o perugina”. Dopo il colloquio di ieri, l’ennesimo, si vedrà se gli imprenditori umbri sono amanti della poesia o della prosa. Il sindaco inoltre, che ha tenuto a ribadire come il suo ruolo non è quello di “fare trattative”, giocherà un ruolo importante anche in vista della concessione amministrativa della struttura del Curi. Struttura che, con la determina dirigenziale del 24 maggio, è ritornata con tutti i suoi beni nelle mani del Comune. L’articolo 16 della convenzione stipulata con il Perugia Calcio nel 2007 infatti, prevede che “il concessionario sarà considerato decaduto dalla presente concessione” in tutta una serie di casi tra cui quello del fallimento.
Mercoledì
26/05/10
20:14