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“Giuste le critiche della presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, alla manovra finanziaria di Tremonti”: lo sostiene l’assessore regionale alle politiche della casa e ai lavori pubblici Stefano Vinti, sottolineando che “i cittadini dell’Umbria non possono accollarsi la cattiva gestione del governo centrale che ancora una volta si trincera dietro esigenze di rigore per giustificare una stangata vera e propria. Le perplessità espresse anche da altri Presidenti di giunta regionale – prosegue Vinti - testimoniano la necessità di un deciso cambio di rotta nelle politiche di rientro del debito pubblico. Secondo l’assessore i tagli graveranno soprattutto su spesa sociale, spesa sanitaria e scuola, “in altri termini i sacrifici peseranno quasi esclusivamente sulle classi sociali più deboli – dice Vinti. Una vera e propria provocazione per chi guadagna 20 mila euro l’anno vedersi bloccati gli stipendi per quattro anni, mentre a chi ne guadagna cento mila (vedi i super manager pubblici) vengono tolti solamente mille euro”. Le Regioni – spiega l’assessore - sono chiamate a contribuire alla manovra per oltre il 50 per cento in relazione alla correzione richiesta di oltre 10 miliardi in due anni e alla luce dei tagli ai ministeri che si tradurranno in tagli ai fondi che gli stessi ministeri erogano alle Regioni. “Una situazione questa - conclude l’assessore - che impone all’Umbria di attivarsi, insieme alle altre Regioni che hanno espresso forti perplessità sulla manovra, affinché questa venga cambiata radicalmente in quanto ‘depressiva’ perché comprime redditi e quindi consumi in settori sociali di grandi dimensioni. Una manovra per questo irricevibile”. STUFARA: PRODURRA' MACELLERIA SOCIALE ''La manovra economica varata oggi dal Governo è irricevibile e produrrà una vera e propria macelleria sociale'': è questo il giudizio del capogruppo di Rifondazione comunista a Palazzo Cesaroni, Damiano Stufara. Secondo il consigliere regionale del Prc - si legge in un comunicato della Regione - ''la speculazione finanziaria viene usata dall'esecutivo nazionale come lo spauracchio per giustificare un'operazione complessiva sui conti pubblici che chiederà insostenibili sacrifici ai lavoratori e alle fasce sociali più in difficoltà: è in atto il tentativo di rendere ancora più iniquo il contesto sociale del nostro Paese mentre, attraverso un nuovo condono edilizio, saranno premiati scempi e illegalità''. Stufara sottolinea che ''i tagli che il Governo Berlusconi vorrebbe imporre alle Regioni (10 miliardi di euro in 2 anni) si tradurrebbero immediatamente in tagli alla spesa sociale, alle politiche del lavoro e agli stanziamenti per rilanciare lo sviluppo. Dalla crisi si può uscire solo riorientando i modelli di sviluppo a partire dalla green economy e penalizzando i poteri che bloccano la possibilità che le banche forniscano il giusto credito alle iniziative di sviluppo e rilancio delle produzioni. Senza stimolare la domanda interna - aggiunge Stufara - non è pensabile alcuna ripresa dei consumi, per i quali occorre potenziare, e non demolire, uno stato sociale che, oltre ad occuparsi dei disagi e delle marginalità, possa sostenere i redditi delle famiglie e dei lavoratori in questa fase difficilissima''. Il capogruppo regionale di Rifondazione comunista definisce infine ''grottesco'' che il Governo ''decida di azzannare la giugulare dei cittadini nello stesso giorno in cui l'Istat presenta il proprio rapporto annuale sull'Italia, che racconta una realta' purtroppo ben diversa da quella ottimistica dipinta dal presidente Berlusconi. Il rapporto, oltre a segnalare che nell'ultimo anno la pressione fiscale è cresciuta divenendo la più alta d'Europa, ci parla di giovani allo sbando (2 milioni non lavorano e non studiano) e di una societa' con il 15 per cento di famiglie in condizioni di disagio economico''. ''Occorre contrastare in ogni forma democratica - conclude - il disegno antisociale del Governo delle destre attraverso una mobilitazione che veda la Regione, le istituzioni locali e le parti sociali unite per mantenere aperta una prospettiva di sviluppo e di benessere per gli umbri che si può conseguire con ben altre politiche''. Condividi