di Daniele Bovi Ancora tre o quattro giorni di pazienza e il mistero intorno ai componenti della cosiddetta “cordata” Pieroni svanirà. Sono usciti intorno alle 18.20 dallo studio del sindaco Boccali a palazzo dei Priori gli avvocati della cordata Donato Di Campli e Federico Bagattini. “E’ stato – hanno detto Di Campli e Bagattini – un incontro cordiale”. Di nomi però, come scritto intorno all’ora di pranzo da Umbrialeft, manco a parlarne: “Li abbiamo detti al sindaco. Fino alla costituzione della società, e quindi per altri 3-4 giorni, manterremo il riserbo”. L’unica cosa che si sa è che l’asse portante della cordata è formato da tre persone: “Noi però – dicono i due – siamo aperti a tutte le collaborazioni”. Le porte rimangono aperte. Dal sindaco, secondo quanto riferito dai due legali, è stata assicurata la massima collaborazione delle istituzioni cittadine al fine di mantenere la categoria evitando lo sprofondo nelle serie dilettantistiche. Riguardo ai nomi il sindaco ha confermato che gli sono stati fatti e che “fino a prova contraria sono tutte persone serie”. Un altro dato interessante sul quale i due tecnici si sono soffermati è quello relativo alla consistenza delle cifre da mettere sul piatto per prendere parte alla partita. Posto che l’ultima parola la metteranno il giudice Umberto Rana e Francesco Patumi (il curatore fallimentare nominato dal tribunale che anche oggi ha proseguito nelle operazioni di inventario), la cifra attorno a cui si ragiona si aggira sui tre milioni: 2,4 attengono ai debiti sportivi mentre 6-700mila euro potrebbe essere la cifra che il curatore fisserà per la rilevazione del titolo all’asta. Un punto su cui c’è qualche incertezza è quello che riguarda le pendenze arretrate con il fisco. In altre operazioni simili a quelle portate avanti nella stagione scorsa (Pescara e Lanciano) quelle cifre non erano state conteggiate: “Non vedo perché – dice Bagattini – dovrebbero essere conteggiate in questo caso”. Il pericolo che i due vedono dietro l’angolo però è quello che su queste colonne stamattina chiamavamo il “partito della D”. Imprenditori, sottobosco politico-amministrativo e ambienti calcistici che remerebbero per rilevare il Perugia in D a quattro soldi magari con affare stadio annesso. “A qualcuno dice Di Campli - potrebbe far gola il Perugia che gioca in serie inferiori, c’è un sottobosco che non si materializza. Città politici e tifosi devono essere uniti se si vuole salvare la categoria”. Tutti insomma devono remare dalla stessa parte. Particolare importanza, arrivati a questo punto, l’assume l’incontro di giovedì in Federazione al quale parteciperà anche il sindaco. Lì bisognerà intuire che aria tira intorno all’operazione e vedere se qualcuno metterà i bastoni tra le ruote. “Se qualcuno si mette d’intralcio – aggiunge Bagattini - il Perugia non si salva. Noi siamo venuti allo scoperto, se qualcuno no vuole il Grifo in serie C venga allo scoperto”. Comunque sia i due si dicono fiduciosi: “Se siamo tutti uniti ce la facciamo. Noi siamo qui e abbiamo messo in gioco la nostra credibilità”. Condividi