TERNI - “Qualcuno la chiama riforma, in realtà è un'aggressione alla scuola pubblica che mira a trasformarla in una scatola vuota”. Con queste parole il segretario generale della Flc Cgil di Terni, Tommaso Dionisi, ha concluso stamattina il presidio di protesta che il sindacato dei lavoratori della conoscenza ha tenuto, insieme a tutta la Camera del Lavoro, sotto il palazzo della Prefettura ternana.
Un presidio che è servito a portare alla luce gli effetti drammatici dei tagli imposti dal Governo: solo quest'anno a livello nazionale andranno persi 25.600 posti di docenza e 15.000 Ata. “E' come se chiudessero 8 Alitalia” recita uno dei cartelli portati al collo dalle insegnanti precarie ternane, mentre in un altro è spiegata l'entità della “riforma” nella provincia di Terni: 170 posti persi nel 2010 che sommati ai 189 del 2009 fanno 359 posti.
“Sono tre grandi fabbriche che chiudono, ma nessuno se ne accorge”, commenta Daniela, una delle insegnanti precarie presenti al presidio. Lei, 52 anni, da 13 con contratto annuale, che in realtà copre solo il periodo di docenza, dal 1 settembre al 30 giugno (nei mesi estivi c'è la disoccupazione), non sa se il prossimo anno verrà riconfermata. “Di certo non avrò il posto di ruolo che mi spetterebbe nonostante sia prima in graduatoria – spiega – e questo dimostra quanto noi precari paghiamo questa controriforma voluta dal ministro Gelmini e da Tremonti”.
Ma la protesta della Cgil non è dettata soltanto dalla rabbia degli operatori della scuola, precari in primis, che si vedono espulsi in massa dopo anni di sacrifici: “I tagli comportano l'impossibilità di soddisfare le richieste di tempo scuola delle famiglie – ha spiegato al viceprefetto che lo ha ricevuto il segretario della Flc Cgil, Dionisi – comportano meno inglese con la riduzione di 4.500 insegnanti nella scuola primaria, comportano meno sicurezza e pulizia negli edifici scolastici dove quotidianamente vivono i nostri figli e nipoti”.
Insomma, la protesta contro i tagli alla scuola pubblica “è una protesta di tutti”, come ha dimostrato stamattina la presenza al presidio di tutte le categorie della Cgil e di numerosi cittadini, pensionati e lavoratori di altri comparti.
Il prossimo passo nella mobilitazione della Flc Cgil sarà ora quello di ritrovare l'unità sindacale con Cisl e Uil al fine di presentare un documento unitario di richieste al governo, per tentare di fermare l'aggressione in atto.
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