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PERUGIA - ''Non basta aspettare che la crisi globale trovi le risposte e le soluzioni globali. I territori sono chiamati a dare risposte locali ai problemi globali, a ricercare uno spirito di reazione che determinera' poi le tante diverse velocita' con cui i territori usciranno progressivamente dalla crisi. Su questa capacita' di risposta sia la politica che l'impresa giocano la loro partita piu' complessa: fare gioco di squadra, saper scegliere le priorita', concertare e concentrare le azioni e gli interventi'': lo ha detto il presidente della camera di commercio di Perugia, Giorgio Mencaroni, nella sua relazione di stamani all'ottava Giornata dell'economia, alla quale e' intervenuta, tra gli altri, la presidente della Regione, Catiuscia Marini. Erano presenti anche parlamentari umbri, rappresentanti delle istituzioni, delle amministrazioni locali, dell'Universita' di Perugia, esponenti delle associazioni di categoria e dei sindacati. ''Oggi ci preoccupa - ha detto Mencaroni - non la dimensione delle imprese ma la loro capacita' di crescere. Siamo convinti che servono subito supporti tecnici per fare business plan e piani di marketing. Serve spiegare e mostrare la convenienza del 'fare rete' e occorre spingere per favorire l'aggregazione in filiere. Non bastera' piu' solo far nascere nuova impresa, se non sara' anche una impresa 'buona e preparata'. Senza dimenticare che il nostro sistema imprenditoriale, caratterizzato da piccola e media impresa 'famigliare', ha un elevato indice di invecchiamento e si trovera' a dover affrontare nei prossimi anni il problema del ricambio generazionale''. Mencaroni ha sottolineato che ''nell'affermazione del modello di eccellenza e della produzione di qualita' un ruolo determinante e' rivestito dalle medie imprese. Su queste realta' imprenditoriali vanno determinate politiche puntuali di accompagnamento e rafforzati i legami strategici con il territorio. Nella provincia di Perugia nel comparto manifatturiero operano 167 societa' di capitale con piu' di 50 occupati. Da questo 'manipolo' che rappresenta appena l'1,4 per cento del totale delle imprese perugine, dipende il 22,8 per cento dell'occupazione e il 29,6 per cento della ricchezza prodotta''. Sul piano della ricerca di lavoro, Mencaroni ha poi sottolineato che la flessione del numero di occupati ha avuto ripercussioni sul tasso di disoccupazione, salito in provincia di Perugia dal 5 per cento al 6,5. ''Nonostante tale aumento, che ha investito comunque - ha osservato Mencaroni - tutto il territorio nazionale, il tasso di disoccupazione si presenta a Perugia, nel 2009, ancora al di sotto della media italiana (7,8 per cento) e di quella del Centro Italia (7,2). In ogni caso, al di la' del tipo di gestione e del settore di attivita', la media delle ore di cassa integrazione per lavoratore risulta nella provincia di Perugia pari a 30,5 a fronte delle 39,9 in Italia, confermando ancora una volta una maggiore tenuta del nostro sistema produttivo in questa fase congiunturale negativa e la minore diffusione di situazioni a rischio''. Nel perugino le imprese reagiscono bene alla crisi e mostrano segnali di ripresa, nel ternano continua ad aumentare il numero delle imprese attive anche se il tasso di crescita e' dimezzato rispetto all'anno precedente. Sono queste altre indicazioni emerse nell'Ottava giornata dell'Economia promossa da Unioncamere. Sul fronte occupazionale ''l'Umbria - ha notato ancora Mencaroni - si spera nell'arco del 2010 di poter recuperare almeno un punto. Sono tuttavia valutazioni prudenziali poiché i contraccolpi della crisi potrebbero essere in ritardo, ne' deve ingannare il dato del 4% in meno rispetto al dato nazionale dell'applicazione della cassa integrazione, in quanto l'Umbria e' caratterizzata da micro e Pmi per le quali l'applicazione della cassa integrazione guadagni e' piu' difficile. Giudicati come positivi, inoltre, il formarsi di concentrazioni produttive nel settore della meccanica agricola e la crescente educazione artigiana seguita dal 30% delle imprese, 3 punti in piu' della media italiana, mentre preoccupano la situazione della A. Merloni ed i suoi risvolti negativi in termini di occupazione. Mencaroni ha quindi annunciato che la camera di commercio di Perugia ''intende promuovere l'istituzione di un tavolo territoriale del credito per individuare ulteriori interventi concreti da mettere a segno''. Mencaroni ha concluso insistendo ''sulla selezione delle priorita', a partire da quelle a cui e' chiamata la nuova presidenza regionale, la giunta e il consiglio regionale. A loro ricordiamo un tessuto imprenditoriale tanto preoccupato quanto pronto a reagire. Agli imprenditori ricordiamo l'importanza di risvegliare l'orgoglio di fare impresa in Umbria, tra innovazione e tradizione. Oggi, come non mai in passato, l'economia chiede chiarezza, semplicita' e scelte di campo''. Invece, per Enrico Cipiccia, presidente della Cciaa di Terni, sul territorio e' evidente la difficolta' ad intraprendere un'avventura imprenditoriale e, come rilevato da Bruno Bracalente, docente di economia e finanza statistica all'Universita' di Perugia ''la crisi ha colpito pesantemente le imprese ternane, gran parte delle quali hanno lamentato una pesante riduzione di fatturato, ha retto l'occupazione, almeno per ora''. Una situazione che rende incerto il futuro, in quanto ''oltre la meta' delle imprese non sa quando uscira' dalla crisi - ha detto Bracalente - anche se quelle costituite di recente sono maggiormente disposte ad investire''. Condividi