di Daniele Bovi
Un po’ di chiarezza e un po’ di buona volontà da parte del presidente Covarelli è tutto quello che hanno chiesto oggi pomeriggio in una conferenza stampa un gruppo di tifosi del Perugia. Durante l’incontro con la stampa organizzato sotto la curva Nord (“la società ci ha negato la sala stampa”), i tifosi hanno preteso chiarezza da parte delle istituzioni e da parte di tutti quelli che in questi giorni stanno volteggiando intorno al Grifo ferito. La strada che i tifosi hanno indicato è chiara: fallimento subito per salvare la categoria.
“Qui dentro – avvertono – non si giocherà in serie D o in Eccellenza”. Che gli sciacalli vadano a volteggiare da un’altra parte. Per salvare la categoria ed evitare l’umiliazione di improbabili derby e trasferte, se va bene, in quel di Castel Rigone, quello che i tifosi chiedono a Covarelli è un gesto di buona volontà: “Salvi lui la situazione – dicono in sostanza – chiedendo il fallimento: è l’unica salvezza”. Il tempo stringe, “il presidente, se è vero che vuole bene al Perugia, si metta una mano sulla coscienza”.
Lo stesso gruppo di tifosi che ha organizzato oggi la conferenza stampa, ieri ha incontrato il sindaco Boccali per quello che è stato definito “un incontro soddisfacente: abbiamo visto che c’è piena conoscenza della situazione e che ci sono più ipotesi in campo”. Le brutte notizie però sono arrivate poco dopo: “Mentre eravamo dall’assessore Bertini – dice Roberto, uno degli animatori del sito Ac-perugia.com – Pieroni (ex ds del Perugia di Gaucci e ora mediatore per una misteriosa cordata, ndr) ci ha chiamato dicendo che il buco era ben più grave di quello prospettato dal presidente”. Otto milioni, nove milioni? E’ possibile una ricognizione chiara sui conti di una società nell’arco di 48 ore soltanto?
Fatto sta che ora intorno Grifo, o meglio, intorno a quello che ne rimane, è battaglia totale a partire dai numeri. A che gioco giocano le diverse parti in commedia? In mattinata la società di Covarelli, evidentemente irritata dalle uscite di Pieroni, dirama una nota in cui si dice che “al fine di garantire una maggiore trasparenza sull’incontro tenutosi giovedì 29 aprile u.s e di pervenire ad una uniforme valutazione dei dati contabili della Società, comunica di aver consegnato ai professionisti incaricati dal Comune di Perugia, Avv. Luciano Ghirga, Avv. Daniele Spinelli e Dott. Dante De Paolis, la stessa documentazione in possesso dei rappresentanti del gruppo imprenditoriale interessato all’acquisto”. Secondo la società dunque, Pieroni l’ha sparata grossa: e se non ci credete ecco i numeri.
Oggi pomeriggio poi, dopo un breve incontro con alcuni tifosi, Covarelli manda a dire che “i conti di Pieroni sono buttati là a occhio, senza fondamento”. Ormai, intorno al Perugia, anche la matematica è diventata un’opinione. Sempre secondo quanto riferito dai tifosi poi, Covarelli nel pomeriggio andrebbe a Roma per risolvere la questione dell’istanza di fallimento presentata dai fratelli Lo Sole la cui ammissibilità verrà esaminata martedì mattina a Perugia. Anche qui, le voci si rincorrono. Stando alla versione di molti, l’accordo con i Lo Sole sarebbe dovuto arrivare da qualche settimana. I fatti, però, hanno la testa dura e dicono che ancora, a tre giorni dall’udienza di fronte al giudice Rana, l’istanza non è stata ritirata e nessun accordo è stato trovato. Ora la piazza ribolle per davvero e chiede chiarezza.
Terminata la conferenza stampa è stato pacificamente invaso il terreno di gioco del Curi dove i giocatori stavano tenendo l'allenamento in vista della trasferta di Pagani di domenica. Allenamento interrotto e richiesta chiara: uscite allo scoperto e basta coin silenzi stampa.
Lo spettro che agita la notte di molti è quello di un fallimento in grande stile. Se quello “pilotato” infatti non riuscisse, addio titolo sportivo e si riparte da categorie con i campi in terra. Se ti va bene battuta. Il timore è che sulla riva del fiume ci sia un gruppo di “imprenditori” perugini che aspetta di rilevare con poco il cadavere del Grifo: “Questi signori – dicono i tifosi – devono sapere che staremo vigili. Ricordatevi che avete a che fare con un bene non solo dei tifosi ma di tutta la comunità. Vogliono perdere tempo per poi dirci ‘ci abbiamo provato’”. Visti i nomi che girano meglio essere vigili. Molto vigili.
Premettendo che l'autocitazione è cosa sgradevole e in genere da evitare, se in molti avessero prestato più attenzione a quanto scritto su queste colonne 5 (cinque) mesi fa, forse non si sarebbe arrivati a questo punto. Tanto che uno degli "esploratori" comunali, incrociato per caso settimane fa (ben prima del caos finale), così commentava gli articoli di Umbrialeft: "Bastava leggerli per capire che tutta la situazione lì descritta rappresentava l'anticamera del fallimento". Ora, invece, siamo già con tutti e due i piedi nella camera.
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