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Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha disposto l'espulsione di due cittadini marocchini, soggiornanti in Italia, "per motivi di sicurezza dello Stato e di prevenzione del terrorismo". E' quanto informa una nota del Viminale. "A seguito di indagini investigative - spiega il ministero dell'Interno - è emerso per i due stranieri un profilo di pericolosità, per i collegamenti con estremisti islamici contigui alle reti transnazionali di sostegno al terrorismo di matrice religiosa e per la propensione a compiere anche eclatanti atti estremi". Il rimpatrio è avvenuto nella serata di ieri, con un volo diretto dall'aeroporto di Roma-Fiumicino allo scalo aereo di Casablanca. Nel corso della mattinata si è poi appreso che i due frequentavano l'università di Perugia e non escludevano la possibilità di compiere ''eclatanti atti estremi''. Gli elementi a loro carico sono emersi a partire dall'ottobre scorso, quando gli investigatori della Digos hanno concentrato le indagini su un gruppo di studenti stranieri provenienti in buona parte dalla città di Fes, in Marocco, che si riconosceva in una visione radicale dell'Islam. Indagando sul gruppo è stato possibile accertare che uno di loro, uno studente del corso di comunicazione internazionale presso la facoltà di Lingua e Cultura italiana, si era attestato su posizioni jihadiste, isolandosi sempre più dal resto degli studenti. Il marocchino, inoltre, nei colloqui con alcuni amici aveva più volte sottolineato che, se ne avesse avuto la possibilità, non avrebbe esitato a compiere gesti estremi. Posizioni identiche a quelle dell'altro marocchino espulso, uno studente della facoltà di Matematica e Fisica del capoluogo umbro. Per i due è dunque scattato il provvedimento di espulsione per motivi di sicurezza nazionale. Gli uomini della Digos hanno anche eseguito sei perquisizioni di altrettanti studenti universitari perugini, tutti stranieri: si tratta di quattro marocchini, un tunisino e un palestinese-israeliano che in questi mesi hanno avuto contatti con i due extracomunitari espulsi. LE INDAGINI L'attenzione investigativa si è quindi "focalizzata soprattutto sulla figura di uno studente del corso di comunicazione internazionale presso la facoltà di Lingua e cultura italiana che, nell'ambito degli approfondimenti delegati dalla Procura della Repubblica di Perugia, aveva evidenziato un profilo di estrema pericolosità, derivante non solo dalle proprie convinzioni ideologico-religiose progressivamente attestatesi su posizioni jihadiste, ma anche da comportamenti antisociali che lo avevano portato a isolarsi dal suo consueto circuito relazionale". A questi elementi, si erano poi aggiunte "ulteriori acquisizioni investigative della Digos umbra, che indicavano la propensione del marocchino a compiere, se ne avesse avuta la possibilità, eclatanti atti estremi. La stessa deriva radicale - sottolinea sempre la nota della Polizia di Stato - caratterizzava la figura dell'altro marocchino espulso, lo studente presso la facoltà di Matematica e Fisica". I provvedimenti sono stati quindi "adottati, in virtù degli specifici indicatori di rischio per la sicurezza pubblica emersi dalle indagini,rese possibili anche grazie alla frequente consultazione di siti internet di ispirazione estremista islamica". IL PERICOLO DEL TERRORISTA SOLITARIO Il profilo dei due studenti marocchini espulsi dal Viminale "per motivi di sicurezza dello Stato e di prevenzione" presenta molte affinità con quelle del "lone terrorist", del terrorista solitario, che non ha contatti diretti con Al Qaeda e altri gruppi eversivi di matrice islamica, ma si autopromuove alla guerra santa raccogliendo e rielaborando gli appelli eversivi diffusi soprattutto attraverso il web. La confermaarriva dagli investigatori della Digos di Perugia, secondo cui Mohamed Hlal e Ahmed Errahmouni "non avevano contatti diretti con la 'filiera' terroristica internazionale, con soggetti dediti al proselitismo o al reclutamento di persone da mandare a combattere in Afgahnistan o in Iraq, ma si erano 'formati' giorno dopo giorno seguendo i dettami ideologici e le indicazioni tecnico-operative di cui Internet resta la fonte principale". Inevitabile il parallelismo con Game Mohamed, il libico protagonista dell'attentato alla caserma Perrucchetti di Milano, mai coinvolto prima in un'inchiesta sul terrorismo internazionale: ma è proprio dai "cani sciolti" come lui che gli 007 invitano a guardarsi con particolare attenzione, trattandosi di soggetti dai comportamenti imprevedibili, caratterizzati da uno "spontaneismo pseudoanarcoide" cui si può arrivare solo attraverso un attento lavoro di intelligence e di monitoraggio di ambienti "sospetti". Proprio quel tipo di lavoro che ha portato la Digos perugina sulle tracce di Hlal e Errahmouni. Condividi