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PERUGIA - I magistrati - il procuratore facente funzioni Federico Centrone, insieme ai sostituti Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi - hanno proseguito anche oggi nella loro attivita' istruttoria. Sentendo a lungo nel pomeriggio l'ex commissario per i mondiali di nuoto a Roma Claudio Rinaldi. Per lui e per Stefano Gazzani e Angelo Zampolini i magistrati hanno chiesto nei giorni scorsi l'arresto, ma il gip non ha concesso le ordinanze cautelari ritenendosi incompetente a decidere. Un provvedimento contro il quale i pubblici ministeri hanno fatto appello e che sara' esaminato dal tribunale del riesame l'11 maggio prossimo. Sul contenuto dell'interrogatorio di Rinaldi, sentito per circa tre ore, e' stato mantenuto un riserbo assoluto. ''Siamo molto soddisfatti perche' l'ingegnere ha chiarito la sua posizione'' ha detto il difensore, l'avvocato Titta Madia. Il legale non ha pero' voluto rivelare gli argomenti sui quali il suo assistito e' stato interrogato. ''Perche' - ha spiegato - siamo stati espressamente invitati al segreto dai pm''. Riguardo a Scajola il suo nome compare in uno dei capi d'imputazione contestati a Zampolini. L'architetto che lavoro' anche per Diego Anemone, uno dei personaggi centrali dell'inchiesta sugli appalti per i Grandi eventi, e' stato infatti accusato di riciclaggio perche' ''versando 900.000 euro in contanti presso gli sportelli delle Deutsche bank agenzia 582 di Roma, ed ottenendo l'emissione di 80 assegni circolari all'ordine di... per valuta corrispondente, per l'acquisto, nell'interesse di Claudio Scajola, di un immobile intestato al suddetto, trasferiva denaro e compiva operazioni tali da ostacolare l'identificazione della loro provenienza da delitti contro la p.a. In Roma il 6 luglio del 2004''. Oggi a parlare e' stato intanto Scajola. ''Registro - ha detto - un attacco infondato e senza spiegazione per una vicenda nella quale non sono indagato, a danno di chi lavora tutti i giorni per difendere, nel suo ruolo, le ragioni e gli interessi del nostro Paese''. Riguardo all'inchiesta in corso a Perugia, Scajola ha spiegato che ''per rispetto alla magistratura che sta lavorando'' non puo' dire nulla ''sul merito di quanto apparso sui giornali''. ''Resta la grande amarezza - ha sottolineato ancora - per il fatto che si sia arrivati a coinvolgere addirittura i miei figli. Proseguo con la massima serenita' il mio lavoro''. Condividi