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Valerio Natili Segretario generale regionale Fisascat Cisl Umbria In prossimità di questo Primo maggio voglio sottoporre ad una pubblica riflessione un concetto che a me sembra facile da comprendere, ma che in questi ultimi anni non è più così palese e, anzi, sembra sempre di più essere messo in discussione a favore di altri “valori”. La riflessione è semplice: se il Primo maggio è la Festa dei lavoratori, perché non tutti possono onorare tale ricorrenza? Posso comprendere alcune situazioni specifiche: dagli ospedali ai trasporti, dalle forze dell’ordine ai pubblici esercizi, ma alcune sono francamente poco comprensibili. Da parte mia, parlo nello specifico delle attività commerciali. Mi si dirà, ecco la solita posizione anacronistica del sindacalista che non comprende la realtà che lo circonda, che non capisce la grave situazione economica che stiamo attraversando. A tutto ciò posso ribattere, senza molte difficoltà, dicendo che da molti anni il sindacato dei lavoratori del settore commerciale è impegnato nel recepire le istanze dei commercianti e conciliarle con le esigenze dei lavoratori. Da molti anni ci confrontiamo con le Amministrazioni Pubbliche per trovare soluzioni che possano mantenere in vita il tessuto commerciale dei nostri centri storici, sempre più in difficoltà e sotto assedio delle numerose aree commerciali che nascono nelle periferie delle città e che mettono a serio rischio la piccola distribuzione che ha deciso di mantenere il presidio all’interno dei centri storici. Siamo pienamente coscienti che commerciare all’interno di centri storici medioevali, senza parcheggi e senza servizi specifici per il consumatore, è altra cosa rispetto a chi svolge la stessa attività in aree specifiche. Ma allo stesso tempo mi chiedo, quali bilanci potrà risollevare un’apertura in coincidenza del Primo Maggio e, soprattutto, la logica del profitto può passare sopra al giorno della Festa dei lavoratori? Certo è che nel tenere in piedi tale posizione siamo rimasti più o meno da soli. La stessa politica non ha al centro dei propri interessi il riconoscimento del diritto al riposo, la recente normativa servizi approvata dalla Regione dell’Umbria non mette al centro il valore del lavoro, ma bensì la ricerca del profitto. Non voglio assumere posizioni estremiste che non mi appartengono, ma credo che mantenere fermo il riposo nel giorno del Primo Maggio sarebbe stata una posizione rispettosa di un diritto che dovrebbe essere riconosciuto a tutti i lavoratori. Condividi