PERUGIA - Si è parlato del servizio delle IENE relativo alla presunta truffa dell’Azienda "Time S.a.s." con sede in Spello (PG), ai danni della Provincia di Perugia, nell’ultima seduta del Consiglio Provinciale grazie alla interrogazione presentata da Giampiero Panfili. A rispondere è stato Giuliano Granocchia assessore alla formazione dell’Ente.
“Nel mese di aprile dell'anno 2009 la Provincia di Perugia ha emanato un avviso pubblico denominato "
Programma PARI 2007 – ha spiegato Granocchia - con il quale, al fine di supportare con adeguate misure di politiche attive del lavoro la crisi economica in atto, si proponeva di erogare aiuti all'occupazione alle aziende del territorio disposte ad assumere personale a tempo indeterminato.
Gli aiuti all'occupazione, dell'importo di € 9.000 ciascuno, sono stati cofinanziati dal Ministero del Lavoro, attraverso l'agenzia Italia Lavoro. Ai fini dell'erogazione del
bonus il Programma invitava le Aziende interessate a presentare domanda entro il termine stabilito e a depositare la seguente documentazione: documento unico di regolarità contributiva (D.U.R.C.); dichiarazione di de minimis; documentazione attestante l'avvenuta assunzione; documenti di identità del lavoratore e scheda di adesione al Programma PARI; garanzia fideiussoria pari all'importo del contributo da erogare per la durata di mesi dodici.
Il regime sanzionatolo del Programma medesimo prevedeva, invece, (art. 13). a carico dell'Azienda, l'intera restituzione del
bonus in caso di licenziamento del lavoratore nel corso dei primi dodici mesi e la restituzione del 50% del
bonus in caso di dimissioni del lavoratore nell'arco dello stesso periodo di tempo. L'azienda "Time S.a.s." di Spello ha presentato regolare domanda di adesione al Programma proponendo di assumere a tempo indeterminato n. 7 persone, indicandone una direttamente e chiedendo ai Centri per l'Impiego di attivare le procedure di preselezione ai fini dell'assunzione delle rimanenti sei.
Espletate le procedure di preselezione e verificata la regolarità della documentazione prodotta, l’azienda ha beneficiato dell'erogazione di n. 7 aiuti all’occupazione per complessivi € 63.000. Terminate tutte le operazioni di erogazione degli aiuti disponibili gli Uffici dell'Ente hanno iniziato l'attività di monitoraggio tesa a verificare la stabilità dei rapporti di lavoro sorti nell'ambito del Programma PARI e l'eventualità dell'applicazione del regime sanzionatolo.
Recentemente, attraverso il sistema telematico (SARE) delle comunicazioni obbligatorie cui sono tenuti i datori di lavoro, sono giunte all'Ente le comunicazioni di cessazione del rapporto di lavoro tra l'Azienda Time S.a.s. e le Sigg.re Nicoletta Pagnotta, Claudia Sereni e Azzurra Franci. Dalla comunicazione obbligatoria è risultato che il rapporto di lavoro è cessato per dimissioni delle lavoratrici. Non essendo ancora trascorso il periodo di dodici mesi dall'assunzione, gli Uffici dell'Ente, conformemente a quanto previsto dal regime sanzionatone del Programma, hanno inviato alla Time S.a.s. in data 25.03.2010. una raccomandata a.r. con la quale è stata richiesta la restituzione, entro il termine di giorni 15 del 50% del contributo erogato”.
“Se c’era una indagine dei Carabinieri – ha affermato Piero Sorcini (Capogruppo Pdl) in corso il Consiglio Provinciale andava avvertito. Al di là di questa vicenda serve una maggiore comunicazione tra giunta e consiglio”. “La Provincia non è stata a guardare – ha spiegato Luca Baldelli (Prc) - e ha recuperato somme di denaro. Questi episodi vanno prevenuti.
A questo proposito il 14 maggio ha convocato la III commissione per parlare di ‘problema gestionale e inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati”.
“I controlli sono necessari quando si usano soldi pubblico – ha spiegato Bruno Biagiotti (Pdl)”. In linea con lui Giampiero Rasimeli (PD) che auspicava maggiori controlli. “Serve una riflessione attenta su quanto accaduto –ha affermato Enrico Bastioli (Socialisti e libertà per l’Umbria). “Sono moltissime – ha detto Piero Mignini - le aziende come la “Time S.a.s” che agiscono in questo modo. Questo caso solleva un problema di dignità del lavoratore, che si trova a prestare la sua opera per 900 euro”.
A chiudere il dibattito è stato Giuliano Granocchia che ha ringraziato i consiglieri per l’interessante discussione. “Mi intristisce – conclude Granocchia - vedere che nella nostra società ci sia bisogno delle Jene per fare vedere cosa accade nel mondo del lavoro. Dobbiamo lavorare per tutelare i lavoratori”.
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