PERUGIA - “Siamo assolutamente contrari – riferisce il segretario regionale del Pd dell’Umbria - e soprattutto preoccupati, per la decisione assunta dalla direzione italiana della multinazionale americana Basell che, qualche giorno fa, ha annunciato la chiusura del polo chimico ternano per la fine del mese di giugno.
Avviarsi in questa direzione, - sottolinea Lamberto Bottini - arrecherebbe gravi ripercussioni al tessuto economico e sociale della nostra regione. Inoltre, facendo due conti, nel 2009, l’anno più nero della crisi economica, la Basell di Terni ha guadagnato 9 milioni di euro. Abbiamo l'obbligo di chiederci se sia giusto che chiuda i battenti un apparato che gode di un sistema industriale maturo e di una capacità produttiva eccellente.
Noi, come Partito democratico, abbiamo intenzione di continuare a ribadire che il nostro primo interesse è rivolto alla salvaguardia dei lavoratori e delle loro famiglie e alla difesa della loro dignità. A quanto pare – prosegue Bottini – diverse sono le priorità della dirigenza della Basell e i 130 dipendenti dell’azienda non rappresentano una effettiva preoccupazione. E’ alquanto grave infatti da parte di quest’ultima l’aver rifiutato qualsiasi trattativa, compresa quella di posdatare a fine dicembre la possibilità di cercare eventuali altri acquirenti.
La crisi economica si trasforma in tempi rapidi in crisi sociale – prosegue il segretario regionale del Pd - con le nefaste conseguenze di mettere a rischio i rapporti e gli equilibri di un’intera società. Dobbiamo sforzarci di cercare, insieme ai sindacati e alle altre istituzioni, ulteriori alternative per evitare la cessazione dell’attività produttiva del polo chimico ternano che, dobbiamo ricordare e sottolineare, rappresenta un importante tassello dell’industria chimica italiana. Attendiamo ancora un intervento deciso del governo che possa per lo meno alleviare questi gravi strascichi che la crisi porta con sé, un intervento che sia incisivo e determinante rispetto a questa pericolosa decisione della multinazionale di chiudere a fine giugno lo stabilimento ternano.
Noi ,come Pd, saremo a fianco dei lavoratori e delle loro famiglie il prossimo 4 maggio nello sciopero generale, deciso a Terni dal coordinamento nazionale dei sindacati chimici, per portare alto il baluardo del diritto al lavoro e per chiedere con forza che al centro delle decisioni e delle discussioni delle alte dirigenze delle aziende ci sia l’anima del sistema produttivo: i lavoratori”.
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