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PERUGIA - "La Slc-Cgil dell'Umbria esprime grande soddisfazione per la decisione del tribunale di Perugia, con sentenza pubblicata in data odierna, che ha accolto il ricorso da noi promosso per mezzo dell’Avv. Sergio Rossi, contro il licenziamento per giusta causa di 15 lavoratori dell’azienda Ponti Eeditoriale di Città di Castello". E' quanto si legge in una nota del sindacato Slc Cgil secondo il quale sarebbe questa la giusta conclusione di una vicenda dai contorni che definire paradossali è dire poco. "L’arroganza e la protervia di un “imprenditore” noto alle cronache giudiziarie del nostro paese, non solo del passato ma anche della stretta attualità, sono state sconfitte", afferma ancora il sindacato, cconsiderando che è di oggi la notizia che la Guardia di finanza ha arrestato l’amministratore unico Gian Gaetano Caso insieme al figlio Fabio ed altre sei persone, per abusivismo bancario per oltre 200 milioni di euro, 9 milioni di euro di fatture false, 80 milioni di euro di fittizi aumenti di capitale sociale, bancarotta fraudolenta per Hopit Spa, Net.Tel. Spa, Editoriale Dieci Srl e Segem Spa, tentata truffa aggravata nei confronti della Regione Abruzzo per l'ottenimento illecito di fondi pubblici, falsita', calunnia aggravata e resistenza a pubblico ufficiale. La cicenda di Città di Castello viene poi così riassunta dal sindacato: dopo una serie di vicissitudini, nel mese di marzo la Asl ha apposto i sigilli all'azienda dopo un'ispezione (su richiesta dei lavoratori che lamentavano malfunzionamenti dei macchinari) in seguito alla quale erano state riscontrate gravissime anomalie ed inadempienze (cavi a bagno nell'acqua, deposito di materiali di scarto inquinanti e pericolosi) che la direzione avrebbe dovuto eliminare. La richiesta fu bollata da Caso come priva di fondamento. La conseguente proclamazione dello sciopero ad oltranza ha provocato la decisione di licenziare per giusta causa i lavoratori. Di più, secondo Caso sarebbe stata “la noncuranza e la disaffezione al lavoro” degli operai ad aver creato quei malfunzionamenti. Da qui la nostra decisione di impugnare i licenziamenti per condotta antisindacale (art. 28 L. 300/70). Parallelamente a ciò, la Cgil si è attivata per cercare di far riconoscere a questi lavoratori il diritto alla iscrizione alle liste e all’indennità di mobilità. Obiettivo che è stato anch’esso raggiunto: la commissione provinciale tripartita ha infatti ieri accolto "a maggioranza" la nostra richiesta. Sottolineiamo "a maggioranza" per segnalare la incomprensibile e strenua contrarietà della Confindustria di Perugia che, appellandosi a formalismi, rischiava di negare un diritto legittimo a lavoratori vittime di un evidente sopruso. "La Slc-Cgil dell'Umbria - conclude la nota - esprime soddisfazione anche per il fallito tentativo di Caso di ottenere illecitamente fondi pubblici dalle istituzioni umbre così come invece (risulta dalle cronache) aveva fatto in altre realtà". Condividi