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"Il veleno sicurezza: deserto sociale e negazione dei diritti": questo il titolo di un documento diramato dai Cobas di Perugia, il cui contenuti pubblichiamo integralmente. "Da anni ormai a Perugia vengono attuate politiche locali per la sicurezza che stanno segnando negativamente il territorio e i suoi abitanti e che stanno producendo desertificazione sociale ed emarginazione. In una città caratterizzata dalla rendita, dalla speculazione e dalla perdita progressiva della dignità della propria storia civile e progressista, in un centro storico diventato quinta teatrale per eventi ma per il resto spettralmente vuoto, in una periferia modello centro commerciale/multisala si susseguono operazioni di “pulizia urbana” che tentano di rimuovere gli effetti fastidiosi di problemi sociali complessi che le amministrazioni locali riducono ad emergenze, nel solco dei vari pacchetti sicurezza: la presenza dei rom nei parchi pubblici, delle prostitute nelle immediate periferie, dei migranti nel centro storico, degli studenti fuori sede, dei lavavetri ai semafori. Le politiche del territorio si sono ridotte ad indifferenziato ordine pubblico da assicurare con sempre maggiori investimenti di risorse e di mezzi e con il ricorso ad interventi brutali di controllo e di identificazione di persone che liberamente esercitano diritti sociali e politici. Gli eventi di sabato sono solo l’ultimo e più clamoroso episodio di questa messa in scena della sicurezza: tre arresti in centro per resistenza aggravata effettuati da agenti in borghese che non si sono identificati! Un’operazione violenta e immotivata, indicativa oltre che del clima generalizzato di normalizzazione anche della miopia delle forze dell’ordine impegnate in piazza nelle operazioni di controllo. Ma anche un segnale minaccioso di avvertimento, una intimidazione tesa a far capire chi comanda, chi è in grado di negarti la libertà a piacimento. La questione della sicurezza è diventata un tarlo ossessionante ed asfissiante che avvelena la vita pubblica e riduce gli spazi di libertà, che produce emarginazione e segregazione degli ultimi, dei fastidiosi, degli indesiderati e che distoglie l’attenzione dai problemi sociali e del lavoro, dalla precarizzazione strutturale delle nostre vite, dal progressivo venir meno dei diritti, dalla continua devastazione del territorio e dell’ambiente, dalla riduzione dei beni comuni a merci per il profitto. RIPRENDIAMOCI I TERRITORI, RIAFFERMIAMO I DIRITTI. LIBERTA’ A TUTTI GLI ARRESTATI" Non meno esplicito il circolo arci island perugia che in un comunicato stampa sostiene che "La sicurezza nelle strade si garantisce con le politiche sociali e non con la caccia alle streghe". Il testo di questo documento così prosegue: "Il circolo arci Island di Perugia chiede a tutti/e di intervenire affinché i tre giovani arrestati sabato 10 aprile vengano rimessi in libertà e scagionati. Gli arresti infatti si inscrivono all’interno di un’operazione di polizia volta a ristabilire l’ordine pubblico nel centro storico dopo che il sabato precedente due volanti della polizia sono state costrette a far marcia indietro dai giovani che affollavano la piazza. Ma per quanto grave possa essere, questo fatto non può giustificare nessuna rappresaglia, quello che è avvenuto assume i contorni di un vero e proprio regolamento di conti tra bande, cioè proprio quello che la pubblica sicurezza dovrebbe prevenire e non certo provocare. Se i tutori dell’ordine pubblico non sono “amati” dai giovani che affollano il centro storico ci si dovrebbe chiedere il perché e non certo rispondere con rappresaglie che colpiscono a caso nel mucchio e che portano solo un aumento dell’odio: un’operazione volta ad assicurare la tanto decantata sicurezza si trasforma nel suo contrario. Ma a monte c’è un grave e reiterato errore di valutazione: la sicurezza si raggiunge con la repressione, basta mettere qualche telecamera, qualche presidio in più di polizia, vietare la vendita di alcolici, mandare tutti a letto presto ed il gioco è fatto. Ammesso che la sicurezza si possa ottenere anche con la repressione non è possibile che questa possa essere così cieca e stupida. Con tutti i problemi che ha la città è possibile che il nemico pubblico siano tre studenti che prima di esibire i loro documenti chiedono a loro volta agli agenti in borghese di identificarsi (pratica che tra l’altro è obbligatoria per legge)? Come mai le forze di polizia non riescono ad arginare il poderoso traffico di eroina e cocaina che da almeno dieci anni ha reso Perugia il principale polo d’attrazione del centroitalia? Perché si limitano ad arrestare clandestini e spacciatori di strada, cioè l'ultima ruota del carro, e non prendono mai i vertici delle narcomafie? Certo che se vengono impiegate decine di agenti per reprimere chi beve una birra in piazza non restano poi molte risorse per pensare ad altro. Poco probabile pure che la vicenda sia stata opera di qualche agente particolarmente agitato, visto che tutte le più alte autorità cittadine si sono occupate dell’ordine pubblico in centro, e che nello stesso giorno entrava in vigore l’ordinanza del sindaco che vietava la vendita di alcolici in quella zona (il coprifuoco però sarebbe scattato almeno 4 ore dopo l’arresto dei tre). Inoltre chi può pensare che il centro storico sia più sicuro se diviene un deserto? Anzi, sono proprio le centinaia di giovani perugini e studenti fuori sede che affollano la piazza a far sì che questa non diventi appannaggio esclusivo dei narcotrafficanti. Perché il comune non apre un ragionamento con questi giovani su come valorizzare il centro e migliorarne la vivibilità? Nonostante gradiamo le dichiarazioni di alcuni politici e del sindaco quando affermano che Perugia deve restare città aperta, ospitale e solidale, crediamo che comportamenti responsabili siano ottenibili non mandando coattamente tutti a letto presto ma aprendo una nuova fase che faciliti la partecipazione e l’impegno dei tanti giovani che fanno vivere il centro. Del resto da anni la politica rivendica a sé è la tematica della sicurezza affrontata essenzialmente come controllo repressivo del territorio, e ci auguriamo che la nuova amministrazione cittadina sappia fare di meglio e riconosca che sicurezza significa più diritti e libertà per tutti (casa, reddito, formazione, sostegno e partecipazione sociale, ecc), altrimenti dov'è l'alternativa politica alle destre di Berlusconi?" Condividi