PERUGIA - "Sono allarmanti i dati Inps sugli ammortizzatori sociali in umbria'': e' quanto sottolinea la Cgil regionale che propone di ''rilanciare subito il Patto per lo sviluppo con al centro la difesa del lavoro''.
Ieri - e' detto in un comunicato del sindacato - l'Inps regionale ha diffuso i dati sull'andamento degli ammortizzatori sociali in Umbria aggiornati a marzo 2010. Ebbene, questi dati ci dicono quello che la Cgil sostiene da tempo, ovvero che la crisi e soprattutto i suoi effetti sui lavoratori dipendenti, sono tutt'altro che dietro le spalle. L'Inps ha rivelato infatti che, dopo un andamento sostanzialmente stabile nel periodo luglio-dicembre 2009, la Cassa integrazione ordinaria ha ripreso a crescere fortemente in Umbria nei primi tre mesi del 2010, tanto che a marzo si e' arrivati praticamente allo stesso livello di un anno prima (2.239 domande contro le 2.351 del 2009).
Se si guarda poi alla sola industria, le ore di Cig autorizzate nel periodo gennaio-febbraio 2010 sono cresciute del 280,5% rispetto all'analogo periodo del 2009. E in provincia di Terni l'incremento sale addirittura al 1497,3%. Significa in parole povere che rispetto ad un anno fa la cassa integrazione e' aumentata di 15 volte.
''Si tratta - secondo la Cgil - di numeri inquietanti e non deve ingannare nemmeno il dato relativo alla disoccupazione che, dopo essere cresciuta del 61% nel 2009, ha visto una contrazione del 20% nel primo bimestre 2010. Infatti, come e' noto, la disoccupazione ordinaria puo' essere concessa solo a determinate condizioni (bisogna aver lavorato almeno 52 settimane nel biennio precedente il licenziamento) e per un massimo di 8 mesi ed e' altamente probabile, dunque, che molti lavoratori espulsi dal ciclo produttivo non abbiano piu' la possibilita' di richiedere nemmeno questa forma, gia' limitata (60% ultima retribuzione percepita), di sostegno al reddito''.
''I dati dell'Inps - ha commentato Mario Bravi, segretario generale della Cgil dell'Umbria - confermano purtroppo la situazione estremamente preoccupante di crisi che continua ad attraversare la nostra regione. Non e' oltremodo possibile restare con le mani in mano, serve subito una risposta adeguata, prima di tutto da parte del governo nazionale, con un potenziamento e un allargamento degli ammortizzatori sociali e almeno una parvenza di politica industriale, ma serve anche che riparta in Umbria il confronto con le imprese e con la nuova giunta regionale. Deve essere chiaro a tutti - ha aggiunto - che questa e' la priorita' assoluta dell'Umbria''.
Secondo la Cgil dunque, al di la' dei dubbi della Confindustria giudicati ''eccessivi'', va rilanciato il Patto per lo Sviluppo, individuando come priorita' la difesa del lavoro e la moratoria sui licenziamenti proposta ormai da tempo dal sindacato di Corso d'Italia. Alle cifre inquietanti diffuse dall'Inps ieri, si aggiunge - e' detto ancora nel comunicato - un altro dato che arriva dalla Commissione provinciale tripartita di Perugia che nell'ultima riunione, qualche giorno fa, ha preso in esame 360 domande di mobilita' per altrettanti lavoratori. Si tratta di un numero che fino al 2008 poteva essere riferito all'intero arco annuale, mentre ora stiamo parlando di un'unica seduta. A Terni nel primo bimestre 2010 la Commissione provinciale tripartita ha preso in esame 283 domande di mobilita', di cui pero' - e questo e' l'aspetto piu' allarmante - ben 228 ex legge 236, ovvero senza alcuna forma di indennita'.
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