berlusconi-confstampa_295_208.jpg
Anche se non ci trovano d'accordo le analisi, né tanto meno le soluzioni indicate per uscire dalla crisi che non è affatto passata e che continua a bloccare il Paese, dal convegno odierno di Confindustria in svolgimento alle Fiere di Parma ci viene per la prima volta un chiaro messaggio su quanto è accaduto in questo ultimi 20 anni nel nostro Paese. L'ingresso in campo di Berlusconi non ha certo prodotto il "miracolo economico" che aveva promesso e che in tanti si aspettavano, anzi. Negli ultimi dieci anni il Pil pro capite italiano ha registrato un calo del 4,1% e da qui al 2014 si attesterà sotto la media Ue di almeno 10 punti. Avanti tutta sulle riforme, dunque, per liberare le potenzialità del Paese e creare un contesto adatto alla ripresa. E' questo il messaggio che gli industriali hanno girato al Governo tramite l'intervento dell'economista Luca Paolazzi, che ha notato: "Nel '90-91 il Pil pro capite italiano era 6 punti sopra la media dell'area euro. Nel 2009 siamo andati sotto di 5 punti ed entro il 2014 ne perderemo altri 10. Per quella data dunque il Pil pro capite sarà sotto di 10 punti''. Una crescita stentata, dunque, che rende fosco il futuro, imbriglia le imprese e finisce con ''incattivire'' la popolazione. Da qui la necessità per gli imprenditori italiani di varare quelle riforme di cui si parla da vent'anni con scarso successo. ''Per tornare a crescere occorrono riforme. Serve un cambio di passo", hanno detto. Per tornare a crescere serve soprattutto una leadership che pensi al Paese ed ai problemi dei più deboli e non solo a seminare odio e divisioni pur di risolvere i suoi problemi, diciamo noi. Condividi