Compie dodici anni e in casa Cgil è la categoria più giovane, nata per difendere i precari e gli atipici. “Stesso lavoro stessi diritti”, si può sintetizzare così l’obiettivo del Nidil, il sindacato che si appresta a celebrare al Jazz Hotel Giò di Perugia il suo terzo congresso nazionale. Se nel 2006 si giunse all’appuntamento con circa 22.300 iscritti, quest’anno la quota è praticamente raddoppiata: una platea composta di lavoratori in somministrazione, collaboratori coordinati e continuativi, a progetto e occasionali, partite Iva, associati in partecipazione, ma anche di tanti giovani non ancora occupati.
La due giorni di lavori si aprirà giovedì 8 aprile alle ore 15, alla presenza di circa 260 delegati attesi da tutta Italia, con la relazione della segretaria generale di categoria, Filomena Trizio. Seguirà il saluto del segretario generale della Cgil Umbria, Mario Bravi. Poi il dibattito andrà avanti nel pomeriggio e riprenderà la mattina del giorno successivo. Le conclusioni sono previste intorno alle ore 17 di venerdì con l’intervento della segretaria nazionale della Cgil, Paola Agnello Modica. Poi, come da prassi, si procederà con la votazioni dei documenti politici, degli ordini del giorno e, infine, con l’elezione dei delegati e degli organismi dirigenti.
A dettare l’agenda di questa assise, così come sta accadendo anche per le altre categorie della Cgil verso il congresso nazionale di inizio maggio a Rimini, sarà ovviamente la riflessione sulla crisi e sui rimedi per uscirne. Con un accento particolare, stavolta, sul settore della somministrazione, che nel giro di un anno ha perso il 40 per cento del fatturato registrando un saldo negativo di circa 100 mila posti. Difficoltà che, osservano in casa Nidil, sono state acuite dal governo che continua a deregolamentare il lavoro e le tutele, alimentando il dumping fra le tipologie e favorendo l’uso del precariato. Fino ad arrivare all’ultimo atto, il disegno di legge sull’arbitrato nel processo del lavoro, che inevitabilmente avrebbe colpito soprattutto i più deboli e che proprio per questo motivo è stato rinviato alle Camere dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Al di là del momento politico, comunque, l’obiettivo del Nidil (sigla che sta per “Nuove identità di lavoro) resta quello di rispondere a un mercato formato sempre più da interinali e da collaborazioni che nascondono un rapporto subordinato. Soprattutto di questo parleranno i delegati: l’idea di base è quella di un ripensamento del sistema degli ammortizzatori sociali, sia per sbloccare i requisiti d’accesso sia per tutelare le “false partite Iva”, cioè coloro che sulla carta risultano autonomi e che invece svolgono mansioni equivalenti a quelle dei colleghi dipendenti senza però godere degli stessi diritti.
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