di Marco Casavecchia
Archiviato il buon pareggio con l'Arezzo, rimasticato amaro per le occasioni perdute con Lumezzane e Novara, ingoiati i rospi dei punti di penalità, per le note vicende, digerito, almeno in parte, il boccone amaro delle vicende stipendi, luce e scadenze, ci chiediamo cosa ci riserverà il prossimo futuro. Il presidente ha trovato, si dice attingendo a risorse personali o attraverso operazioni finanziarie, il "conquibus" necessario per i pagamenti e la ricapitalizzazione. Il malumore dei giocatori è stato, almeno per il momento, tacitato, mettendo loro in mano "titoli" che dovrebbero garantirli sul fronte emolumenti, stoppando, nel contempo, l'azione di messa in mora, per la quale era già stato contattato un avvocato dell'AIC (che resta però sempre vigile). Ma la partita da giocare è ancora lunga, infatti, la stagione non è finita, altri scogli attendono la nave prima dell'agognato approdo al porto nel mare della tranquillità.
Intanto c'è da fare un'altra manciata di punti, quelli necessari per chiudere con dignità, se così si può dire, la stagione, bisognerà poi trovare altri soldi per onorare tutte le altre scadenze di qui al 30 giugno e garantire, così, l'iscrizione al prossimo campionato ma, soprattutto, sarà importante la decisione che prenderà Covarelli: rilanciare, in questo caso, ci chiediamo con quali risorse, viste le difficoltà attuali, o cedere la società ad una delle tante cordate che, si dice, siano in attesa di sviluppi?
C’è chi ipotizza che, per salvare la società, si dovrebbe arrivare ad un fallimento dell’attuale società e gestire il subentro della ipotetica nuova, il tutto entro la presente stagione.
Pensare che ci sia qualcuno disposto a dare a Covarerelli diversi milioni di euro, quanto cioè sembra pretendere per cedere il pacchetto azionario, sembra poco probabile, soprattutto in un momento di crisi economica come l’attuale. Più probabile, invece, che dopo il 5 maggio, in caso di un esito non positivo della querelle con i Lo Sole, la società si trovi costretta a cedere le quote ad altri, che, appunto, restano in attesa.
Speriamo che infine si trovi una soluzione che aggiusti tutto, e che sia soddisfacente anche per i tifosi, troppo a lungo costretti ad assistere a “sciocchezze” di vario genere, sia in campo che fuori. Di certo ripartire da una categoria inferiore sarebbe un duro colpo, sia per i tifosi, sia per la Città intera che per l’Amministrazione o per la classe imprenditoriale, che, ancora una volta, si sarebbero dimostrate impotenti o indifferenti alle sorti del Perugia.
Buona Pasqua e Buon Grifo a tutti.
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