TERNI - ''Abbiamo bisogno di risorgere da una condizione difficile, tutti insieme'': lo ha detto stamani il vescovo di Terni, mons. Vincenzo Paglia, celebrando la messa in preparazione alla Pasqua per i lavoratori e i loro familiari all'interno del reparto della Societa' delle Fucine dello stabilimento Ast ThyssenKrupp di Terni. Presenti la dirigenza Ast, il cappellano, don Marcello Giorgi, e padre Luigi Montanari che nel 1960 come cappellano delle Acciaierie fece posizionare all'interno della fabbrica, nel cortile d'ingresso, la statua in bronzo del Cristo benedicente.
I 50 anni da quell'evento sono stati ricordati dal vescovo Vincenzo Paglia, riferisce una nota della diocesi. ''La celebrazione della Pasqua in acciaieria - ha detto mons. Paglia - e' un incontro tradizionale, ma non scontato, che mostra come la fabbrica non sia un luogo separato dal resto del mondo e della vita degli uomini, ma un luogo dove si riuniscono le famiglie e nel quale ci si sente partecipi per la crescita di uno spirito diverso, piu' giusto, dal quale dipende certamente il futuro della citta', delle famiglie e dei vostri figli''.
Facendo riferimento al mondo del lavoro, ha ricordato il momento difficile che sta vivendo la chimica ternana e il recente incontro in fabbrica con altri lavoratori. ''Ho detto loro - ha ricordato - che sarei andato in acciaieria e avremo pregato assieme perche' si diradi quel buio fitto che stanno in questo momento vivendo, a segno di un'unita' e solidarieta' che non deve mai venire meno in questi frangenti. Il lavoro deve ritrovare la sua dignita' e non essere solo strumento di guadagno''.
''Pasqua - ha continuato il vescovo - per tutti significa rinascita e cambiamento dei cuori. Il mondo cambiera' se innanzitutto ci sara' un cambiamento interiore, un allontanamento di ogni solitudine, tristezza, egoismo per divenire tutti piu' partecipi di un risorgimento spirituale ma anche culturale, sociale e politico. Abbiamo bisogno di risorgere da una condizione difficile, tutti insieme, sull'esempio di Gesu' che e' morto in croce per la salvezza di tutti. Se si rimane chiusi in se stessi e' come se si rimanesse nel sepolcro, che e' in fondo quel prevalere dell'egoismo che porta alla solitudine. Invece la Pasqua e' togliere quella pietra che ci schiaccia un po' tutti, dando a ciascuno la forza di reagire verso cio' che opprime''.
Ed infine l'augurio del presule a tutti i lavoratori e' stato quello di poter vivere con serenita' sul luogo di lavoro, rafforzando ''quel senso di comunita' perche' il lavoro sia difeso e sostenuto e perche' ciascuno possa sentirsi partecipe della vittoria del bene sul male, della solidarieta' sull'egoismo, della vita sulla rassegnazione''.
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