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di Luca Spaccini Fabio Mussi manda un preciso segnale a Veltroni: attenzione a non montarsi troppo la testa, in Italia non ci sono soltanto Pd e Pdl. Il coordinatore di Sinistra Democratica e candidato alla Camera in Lombardia per la Sinistra Arcobaleno reagisce al disegno ormai palese del leader del Pd di “cancellare” la sinistra dai suoi orizzonti in una intervista rilasciata al Manifesto e pubblicata oggi. “Non voglio sembrare un nostalgico ma la DC era un partito di centro che guardava alla sua sinistra. Oggi il Pd si è spostato al centro e guarda Di Pietro. Non tutte le innovazioni dunque sono positive”. Mussi si mostra sorpreso e indignato per le posizioni di Veltroni, la totale chiusura a sinistra, l’aver assemblato un’entità politica con dentro IdV e Radicali, giudicata spregiudicata, dopo i tanti proclami “andiamo da soli”. Aggiunge con amarezza: “Certo, nel tempo si può cambiare idea, ma fino a qualche anno fa eravamo tutti insieme nel Pci”. Sugli scenari futuri Mussi ha le idee molto chiare; la chiusura a sinistra del Pd, se dovesse vincere Berlusconi, vedrebbe una parte dell’opposizione più moderata, specialmente in vista di riforme:” La Sinistra allora ha il dovere di mandare a entrambi un messaggio forte e chiaro: il tavolo delle riforme non può essere a due. A chi ci chiede noi da che parte stiamo rispondo che ci batteremo con la maggioranza del popolo italiano, che tre anni fa ha respinto con il referendum le riforme costituzionali della destra”. Mussi poi sottolinea un altro fattore molto importante, quello dei governi locali; non si può pensare di cancellare la sinistra a livello nazionale senza innescare un effetto domino su tutte le giunte locali governate in comune. “Chiedo che dicano subito quali sono le loro intenzioni, perché quello che prometti agli elettori poi lo devi fare”. Condividi