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Tre agenti della polizia penitenziaria e il medico di guardia nel carcere di Spoleto sono stati aggrediti da un detenuto italiano: a riferirlo è il sindacato autonomo Sappe che ha espresso ''estrema preoccupazione'' per quanto successo. ''I colleghi e il medico, ai quali esprimiamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà, sono stati violentemente aggrediti da un detenuto - ha sostenuto Donato Capece, segretario generale del sindacato in un comunicato - non nuovo a episodi del genere (anche per la particolare possente stazza fisica), tanto da dover ricorrere alle cure dei sanitari. Tutto questo è gravissimo ed inaccettabile, tanto più se si pensa che avviene a pochi giorni da un'affollata assemblea del Sappe con il personale di Spoleto sulle gravi criticità operative dell'istituto. Bisogna contrastare con fermezza questa ingiustificata violenza in danno dei rappresentati dello Stato in carcere e punire con pene esemplari chi li commette. Ma penso anche che si debba arrivare a definire circuiti penitenziari differenziati in relazione alla gravità dei reati commessi, con particolare riferimento al bisogno di destinare, a soggetti di scarsa pericolosità o che necessitano di un percorso carcerario differenziato (come i detenuti tossicodipendenti), specifici circuiti di custodia attenuata anche potenziando il ricorso alle misure alternative alla detenzione per la punibilità dei fatti che non manifestano pericolosità sociale''. Il sindacalista ha quindi parlato di ''grave e critica situazione del carcere di Spoleto''. ''Emerge chiaramente – ha aggiunto - esaminando i dati relativi agli organici del corpo di polizia ed alle presenze di detenuti: al 28 febbraio scorso circa 570 persone per 450 posti letto regolamentari. Mancano in organico ben 62 poliziotti penitenziari e complessivamente 17 figure professionali nelle varie qualifiche (e tra esse sei educatori) del comparto ministeri'' Condividi