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di Anna Maria Bruni E’ partita il 23 marzo la raccolta firme per la legge d’iniziativa popolare proposta dalla Fiom per la democrazia sindacale. Mobilitate alcune fabbriche delle città più rappresentative, la Fiom ha scelto di ‘patrocinare’ la prima giornata mobilitando la segreteria nazionale: Gianni Rinaldini a Roma davanti ai cancelli della Thales Alenia Space, Giorgio Cremaschi alla Gd di Bologna, Maurizio Landini alla Whirpool di Napoli, Fausto Durante alla Bosh di Bari, e Laura Spezia a Terni, ai cancelli dell’Ast. “E’ un giorno simbolico – ci dice – perché il 23 marzo del 2002 siamo scesi in piazza in 3 milioni per la democrazia sindacale e la difesa dell’articolo 18. E oggi di nuovo scendiamo in campo per questo, e questa legge è parte integrante della nostra battaglia”. La Fiom non intende schiodare dall’idea che i lavoratori debbano esprimersi sui contratti che li riguardano, mentre il governo va in direzione opposta, cancellando proprio il contratto collettivo. A maggior ragione questa battaglia, prosegue la segretaria nazionale. Anzi, “il nostro obiettivo è quello di raccogliere 100mila firme entro il 10 maggio”, data ultima per la consegna del progetto di legge, “benché ne basterebbero 60mila. Siamo certi di riuscire, e dimostrare così che c’è una maggioranza di lavoratori che non ci sta a farsi togliere la parola”. E se il buon giorno si vede dal mattino, la dirigente sindacale ha già vinto la scommessa. Solo a Terni, e solo davanti ai cancelli della Thyssen, ieri sono state raccolte 570 firme, e più di 5.000 fra tutti i punti di raccolta. “Alla Thales Alenia Space – precisa la Fiom nazionale - sono state infatti raccolte, nel giro di due ore, 150 firme, più di 200 firme davanti ai cancelli della Bosch di Modugno, Bari, e più di 200 anche alla Whirlpool di Napoli”. Ma “il successo più consistente”, precisa sempre la nota, è “a Terni. Qui, nei due tavoli posti nei pressi della Ast-Thyssenkrupp, sono state raccolte ben 570 firme”. “Affollatissimo anche il tavolo posto a Torino fuori dalla Porta 2 della Fiat Mirafiori. Centinaia di firme sono state raccolte a Bologna in tre stabilimenti meccanici: Gd, Ima e Treffe”, mentre “un violento acquazzone ha impedito l’avvio della raccolta di firme alla Ilva di Taranto. L’iniziativa –conclude il comunicato - è stata qui riprogrammata per la giornata di giovedì 25 marzo”. “E questo è solo un assaggio – dice Alessandro Rampiconi, responsabile delle Tute blu di Terni – perché abbiamo intenzione di coprire tutte le fabbriche del territorio, e oltre a ciò di uscire anche fuori dai luoghi di lavoro. Copriremo le piazze più importanti, i centri commerciali, in tutti i luoghi dove è possibile diffonderemo l’informazione sul testo di legge, e chiederemo di firmare”. “Chiedere il voto dei lavoratori su tutti gli accordi sottoscritti tra le parti costituisce un valore insostituibile nella democrazia industriale”, si legge nella nota diffusa dalla Fiom di Terni. E ce lo ha confermato anche Michele Di Fabio, delegato Fiom dell’Ast, mentre era impegnato al tavolo della raccolta. “I lavoratori devono potersi esprimere sui contratti che li riguardano. Questa è la nostra coltura, che vuol dire rispetto delle idee e della dignità di ciascuno. Questa è la democrazia”. Ma basta una legge, gli abbiamo chiesto, in tempi in cui i rapporti di forza sembrano dare torto allo Stato di Diritto? “Non basta una legge certo – ha detto – il conflitto è il sale della democrazia, ma una legge è il primo passo per fermare chi pretende di fare accordi senza tener conto di un sindacato che rappresenta la maggioranza dei lavoratori”. Come è stato per la Cgil nell’accordo separato firmato solo da Cisl e Uil, così come per la Fiom sul nuovo contratto, firmato solo da Fim e Uilm. “Questo non è accettabile”. E la legge è una delle tante iniziative che la Fiom ha messo in campo, accanto ai ricorsi legali nelle aziende che pretendono di applicare il nuovo contratto. Dunque un altro terreno di battaglia. “L’avvio della raccolta delle firme - conclude il comunicato - vedrà impegnata la Fiom-Cgil su tutto il territorio provinciale per favorire un confronto diffuso a tutti i livelli con il mondo del lavoro”. Condividi