perugia calcio.jpg
di Marco Casavecchia Non sappiamo più cosa pensare. Leggendo le dichiarazioni di Lo Sole c’è di che stupirsi. Prestare 14 milioni di euro ad una persona, per quanto conosciuta per motivi di lavoro o per interessi comuni, da un letto di ospedale, in una situazione di salute critica, appare veramente incredibile. Indebitarsi ed esporsi presso le Banche per fornire le garanzie necessarie al prossimo e rischiare di finire sul lastrico, non sappiamo se è da novelli San Francesco, da filantropi ottimisti, o da matti. Covarelli, dal canto suo, come si legge oggi su Umbria Left in un’intervista rilasciata a Daniele Bovi, racconta tutta un’altra storia. Altri quotidiani riportano la medesima versione dei fatti esposta da Covarelli; ad essi, il presidente, ripropone la stessa ipotesi; si tratterebbe di una manovra tesa a metterlo in difficoltà proprio nel momento in cui, faticosamente, cerca di salvare la stagione presente e quella futura. Una manovra, sostiene sempre Covarelli, concepita da alcuni personaggi che evidentemente ambiscono a rilevare la società e con essa tutto quello che ne deriva, progetto Curi compreso e che si sarebbero mossi per innescare la “bomba istanza”, contattando Lo Sole. Personaggi noti, tra i quali addirittura ci sarebbe un ex bandiera del Grifo, come affermato dallo stesso Covarelli lunedì sera, ad Umbria TV e c’era chi girava con la fotocopia del foglietto famoso anche in tribuna. Avvocati frequentatori della tribuna del Curi, si dice. Passano i secoli ma Perugia è sempre quella della famosa “acquetta perugina” o “acqua tofana”, un potente veleno che andava di moda nel medioevo, quella delle congiure di palazzo e delle guerre fratricide. Alla fine non ci sono mai vincitori. Speriamo che il Grifo, inteso come società, si salvi e che non ci siano altre tribolazioni ad attendere i tifosi dietro l’angolo delle scadenze di fine mese o del 30 giugno. Non se ne può più di penalizzazioni, annate balorde, e complotti di corte. Che, infine, arrivi una società con le idee chiare e con i soldi, le si affidi la costruzione dello stadio o anche quella di una semplice rimessa degli attrezzi, pur di permetterle di fare “impresa” e con essa i “lilleri” necessari per “lallerare” qualche anno in tranquillità. Sempre che, anche i nuovi “padroni del vapore”, prima o poi, non si trovino a fare i conti, con un piazza insofferente e critica, con gelosie ed invidie di chi è rimasto al palo o con cospirazioni di palazzo. Sinceramente non se ne può più. Buon Grifo a tutti. Condividi