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PERUGIA - Restano incerte e tutt'altro che tranquillizzanti le prospettive del sistema manifatturiero umbro. Lo rende noto la Cna che nell'ultimo rapporto congiunturale evidenzia come il 2009 segni un'ulteriore battuta d'arresto per produzione che scende del 30%, ordinativi (-32%) e fatturato che registra una contrazione per l'80% delle imprese. Dinamiche in rosso si registrano anche nell'import (-28%). A peggiorare il quadro una crescente crisi della liquidita' che mette a rischio la sopravvivenza di gran parte delle imprese subfornitrici. La meccanica, in particolare, e' quella che ha subito i contraccolpi piu' pesanti, dato che genera, prosegue l'associazione, viva preoccupazione in quanto accanto ad un numero contenuto di medie imprese, il tessuto della meccanica umbra, non diversamente da quella italiana, e' costituito da una miriade di aziende artigiane e piccole imprese subfornitrici. ''Stiamo ancora scontando - ha detto Flaminio Flavi Presidente Cna Produzione Umbria - i risultati di una crisi che non e' stata solo finanziaria e che sta provocando il riassetto dei rapporti di forza nell'economia globale. Per rimanere protagoniste le nostre imprese devono continuare a proseguire sulla strada degli investimenti, delle ristrutturazioni, dell'integrazione per la creazione di reti di impresa e del riposizionamento in un mercato dove si preannuncia piu' forte la selezione e la pressione concorrenziale''. Tra gli auspici di Cna, evidenzia Fabi ''il sistema imprenditoriale e il mondo del lavoro avrebbero necessita' non solo di un quadro di riferimento stabile e chiaro sotto il profilo politico ed istituzionale, ma soprattutto caratterizzato da indirizzi precisi e misurabili di politica economica e sociale fondati su coerenze di ordine strategico. Oggi piu' che mai e' necessaria una seria politica industriale, calata sulle esigenze delle piccole imprese e decisiva per un serio e duraturo rilancio dell'economia regionale. Occorre favorire l'apertura di nuovi mercati, favorendo processi di internazionalizzazione delle imprese locali. Altrettanto fondamentale e' prevedere facilitazioni per l'accesso al credito. Quindi ridurre la pressione fiscale, a partire dall'Irap e infine la semplificazione amministrativa che significa disboscamento di una legislazione e regolamentazione ridondante e penalizzante, specialmente per le piccole imprese che non hanno strutture amministrative complesse, cosa che faciliterebbe enormemente la creazione di impresa, il suo sviluppo, la sua regolamentazione''. ''Da queste questioni - conclude il Presidente - emerge piu' che mai la necessita' di adottare al piu' presto, a livello locale, una legge per le piccole imprese dalla quale far partire una politica industriale a favore della impresa diffusa''. Condividi