GUALDO TADINO - Il 27 Marzo alle ore 17, alla presenza del sindaco Roberto Morroni e del vicesindaco e assessore alla cultura Sandra Monacelli, con una cerimonia pubblica che vedrà anche la partecipazione della soprintendente Vittoria Garibaldi, sarà collocata all’interno della Rocca Flea la Pala di S. Ippolito dell’Allegrini, che andrà ad arricchire la già preziosa collezione della Pinacoteca gualdese. Si tratta di una donazione del signor Mario Dolci, proveniente dalla famiglia Sinibaldi, a cui è seguito il paziente restauro effettuato da Carla Bassetti e Patrizia Tega (Flebea Restauri) su impegno finanziario del Comune di Gualdo Tadino. Il dipinto rappresenta la Madonna col Bambino in gloria tra i santi Giuseppe e Ippolito martire e proviene dalla piccola chiesa di S. Ippolito nel territorio di Gualdo Tadino, sede che dai fondatori Girolamo e Carlo Marinelli passò a varie famiglie gentilizie gualdesi sino ai Sinibaldi, utilizzata dalla seconda metà dell’Ottocento come sepolcreto privato. Francesco Allegrini, pittore come suo padre Flaminio, di origini cantianesi, nacque probabilmente a Roma nel 1624, dove si spense nel 1684. Nella città eterna svolse gran parte della sua attività senza però dimenticare Gubbio, sua patria d’elezione, con frequenti rientri nel corso dei quali decorò palazzi e chiese, non ultima la Madonna del Prato, per cui è considerato il maggiore affreschista umbro del ‘600. Sotto l’aspetto delle relazioni culturali va considerato pienamente pittore di scuola romana e suo basilare riferimento nella formazione artistica è Giuseppe Cesari, il Cavalier d’Arpino. “Al professor Enzo Storelli, storico dell’arte ed insigne membro del nostro comitato scientifico, va il merito di questa importante scoperta e attribuzione - sottolinea Catia Monacelli, direttore del Museo Civico Rocca Flea – Un percorso da egli avviato sin dal dicembre 1996, nella costante preoccupazione per la vulnerabilità della sua precaria sede, fino all’accoglimento dei suoi numerosi appelli per la destinazione dell’opera al patrimonio artistico della città.” “La pala di San Ippolito - chiarisce il professor Storelli - si rivela una delle più felici opere di Allegrini, sia dal punto di vista cromatico che sotto l’aspetto morfologico. È molto intensa la temperie religiosa che essa esprime oltre all’importanza storica dell’opera nel contesto della storia civica gualdese”. Il Museo Civico Rocca Flea ospita già due tele dell’Allegrini: Il giudizio di Salomone e Loth e le figlie. “Si tratta di due produzioni - continua Storelli - che ben rappresentano le felici doti di narratore di storie dell’artista. Di grande pregio la vivacità di tocco e la libertà di invenzione nella composizione di queste espressioni a soggetto veterotestamentario che dovrebbero attestarsi intorno al 1665.” Condividi