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di Anna Ferrigno Gli effetti della riforma Gelmini, che prevede il tetto del 30% di alunni stranieri nelle classi italiane, incomincia a produrre i suoi primi effetti. Il problema riguarda le Regioni più ricche, quelle che accolgono sul proprio territorio gran parte dei lavoratori immigrati. La Lombardia ne è un esempio eclatante. Secondo i dati del Settore Statistica del Comune di Milano al 2006 gli stranieri iscritti all’anagrafe superavano i 170mila. Il che significa che nel capoluogo lombardo più di 1 residente su 10 è immigrato. Questo rapporto aumenta ulteriormente se si prendono in considerazione i minori (0-17 anni): quasi 1 minore su 5 a Milano è figlio di genitori stranieri. Forti di questi dati se ne deduce che sono molti i ragazzi stranieri che frequentano o dovranno frequentare gli istituti scolastici del capoluogo lombardo. Ma con il tetto del 30% saranno costretti a cambiare scuola o a percorrere lunghe distanze pur di completare gli studi. Secondo i dati forniti dal servizio statistico del Miur attraverso il “Focus sulla presenza degli alunni stranieri nelle scuole statali” sono più di 10mila le classi italiane costituite da oltre il 30% di alunni stranieri non nati in Italia: circa 7.300 nella scuola primaria (il 5% del totale) e 3.100 (il 4% del totale) nella secondaria di primo grado. In entrambi i casi oltre il 70% delle classi sono concentrate nelle regioni del Nord. Dal prossimo 1 settembre queste classi andrebbero cancellate sulla base della circolare numero 2 emessa dal ministero della Pubblica istruzione l’8 gennaio scorso. È la stessa ministra Mariastella Gelmini che interviene su quella che sembrerebbe una palese violazione del diritto allo studio: la circolare non verrà applicata a tutti gli alunni stranieri in eccesso, ma solo a quelli nati oltre confine. In questo caso secondo quanto riportato dal Miur “le classi con una presenza di alunni stranieri non nati in Italia che supera la quota del 30% risultano circa 1.300 (1% del totale) nella primaria e poco più di 1.550 (2% del totale) nella secondaria di primo grado”. Insomma quasi 3000 classi scolastiche verranno divise o sciolte. Il focus del Miur fornisce dati che fanno riferimento al 93% delle scuole e i valori pertanto non possono considerarsi definitivi. La presenza degli alunni stranieri nelle scuole statali è una realtà che interessa oltre l’87% dei plessi della scuola primaria e circa il 90% delle sedi della scuola secondaria di primo grado. In entrambi i tipi di istruzione circa il 70% delle scuole rileva una presenza di stranieri che non supera il 15% del totale degli alunni. Le scuole in cui, complessivamente, la quota degli alunni immigrati supera il 30% sono circa 470 nel caso della primaria e 140 per la secondaria di primo grado. I nuovi dati non risolvono di certo la situazione. Molte famiglie con figli nati fuori confine si troveranno a settembre in forti difficoltà, data l'impossibilità di poterli iscrivere nella scuola più vicina o più incline alle loro passioni, a causa del tetto del 30%. Condividi