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Il settore edile umbro è in ginocchio: brusco calo del numero di addetti, appalti assegnati con ribassi che arrivano a toccare il 50%, crescita del lavoro nero, Durc non rispettato. ''E a livello istituzionale non si muove nulla per cambiare questa situazione'': è quanto hanno denunciato i segretari provinciali della Feneal-Uil, Franco Righetti (Perugia) e Stefano Paloni (Terni), i quali chiedono ''una nuova politica per il comparto edile''. Nel Perugino - riferisce un comunicato del sindacato - a ottobre 2008, gli addetti erano 14.206 (secondo dati della Cassa edile). A ottobre 2009, 11.402. Lo scorso gennaio sono stati contati solo 8.764 lavoratori. Situazione analoga nel Ternano: dai 3.810 addetti del dicembre 2008 si è passati ai 3.401 dello stesso mese del 2009 (-10,73%). ''Queste cifre - commentano Righetti e Paloni nel comunicato - evidenziano la profonda crisi del settore, che fino a due anni fa incideva per il 15% sul Pil regionale e che ora è stato messo nel dimenticatoio dai nostri amministratori. Soluzioni come quella del piano casa non hanno dato i frutti sperati, per colpa dei vincoli applicati nella legge regionale, che di fatto hanno azzerato i vantaggi previsti nella normativa nazionale''. ''Per questo - prosegue il comunicato - chiediamo che venga messa al varo una nuova politica per il comparto nella quale, ad esempio, vengano inseriti interventi per la messa in sicurezza delle case popolari, non antisismiche nel 90% dei casi, per la ristrutturazione delle scuole e degli edifici pubblici''. Secondo i due sindacalisti, ''le eventuali risorse potrebbero essere ricavate da un vasto piano di razionalizzazione amministrativa, come l'accorpamento dei Comuni più piccoli, o la cancellazione delle tante e costose consulenze e collaborazioni per il pubblico. Questioni che intendiamo sottoporre all'attenzione del futuro governo regionale''. Tra i problemi principali evidenziati dalla Feneal, quello del lavoro nero: secondo i dati diffusi dalla Direzione provinciale del lavoro, a Perugia nel terzo trimestre 2009 sono state ispezionate 524 aziende (un quinto delle 2.536 imprese attive). Di queste, 207 sono risultate irregolari: 51 a causa dell'impiego di lavoratori in nero (+27,5% rispetto al 2008), 156 per altre cause. Nel Ternano, le ispezioni hanno riguardato il 20% delle 819 imprese edili e la metà è risultata irregolare per la presenza di lavoratori in nero. ''La colpa di questa situazione - spiegano Righetti e Paloni - va ricercata nell'incompletezza della legge regionale per l'edilizia, che obbliga le imprese a denunciare il Durc con la congruità, ovvero dichiarando il costo della manodopera e del materiale utilizzati per eseguire l'opera. Il problema e' che la legge non prevede l'estensione del Durc ai lavori con importi inferiori ai 50 mila euro, nei quali si registra la maggior parte del fenomeno del lavoro nero''. ''Il vero scandalo - accusano Righetti e Paloni - è che i primi a non rispettare il Durc sono i nostri amministratori. I dati relativi alle richieste di licenze edili concesse dai Comuni ai privati mettono in evidenza gravi mancanze''. Condividi