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Tante persone, tante bandiere, tanta rabbia e determinazione: le piazze di Perugia e Terni si sono riempite stamattina per lo sciopero generale della Cgil che ha portato a manifestare in Italia oltre un milione di persone. Significativi i primi dati parziali sull'adesione allo sciopero. Nelle principali aziende del settore metalmeccanico, nonostante la grave situazione di crisi che costringe molti lavoratori in cassa integrazione, in provincia di Perugia si è registrata un'adesione media superiore al 50%, con punte del 100% (tra gli operai) alla Renzacci di Città di Castello, alla Solfer di Pierantonio e alla Ama-Sara di Marsciano; del 90% alla Omas di San Giustino; del 60% alla Nardi di Città di Castello; di oltre 50% alla Faber di Fossato di Vico. Buona adesione anche alla Emu di Marsciano, alla Trafomec di Tavernelle e alla Cotes di Perugia. Per quanto riguarda gli altri settori (ancora pochi i dati disponibili), si registra un'adesione sopra il 50% alla Perugina e intorno al 70% alla Saci (settore chimico) di Perugia. Buone adesioni anche nel settore elettrico e nel gas-acqua. In provincia di Terni forte la risposta dei lavoratori nel settore metalmeccanico. Impianti fermi alle Acciaierie in viale Brin con un adesione media del 70%. Tra il 65 e il 70% anche la partecipazione allo sciopero nell'indotto Ast, mentre alla Garofoli si è registrata una punta del 95%. Negli altri settori si segnala una buona adesione alla San Gemini (oltre il 60%). I PRESIDI A Perugia, in piazza Italia, circa un migliaio di lavoratrici, lavoratori e studenti hanno preso parte al presidio effettuato davanti alla prefettura durante il quale diversi lavoratori, dai precari della scuola ai dipendenti della Upim di Madonna Alta, hanno portato la loro testimonianza. In prima fila con il loro striscione gli operai della Merloni che proseguono nella lotta a difesa del sito produttivo e dell'occupazione. “Con lo sciopero di oggi abbiamo messo di nuovo in luce le diverse facce della crisi – ha detto il segretario generale Mario Bravi concludendo il presidio – la nostra è infatti una delle province più colpite con 13.000 lavoratori coinvolti nei percorsi degli ammortizzatori sociali e 10.000 domande di disoccupazione nel 2009 rispetto alle 3.000 del 2008. Di fronte a questo quadro – ha aggiunto Bravi – non si può restare a guardare: chiediamo al Governo una diversa politica economica per fronteggiare questa crisi devastante”. Bravi, ha poi colto l'occasione per invitare nuovamente Cisl e Uil a “dar vita ad una mobilitazione unitaria, anche a carattere territoriale” e lo ha fatto citando l'esempio della Francia dove “i sindacati hanno dato vita a 4 scioperi generali unitari”. A Terni, piazza Tacito è stata riempita da circa mille lavoratrici, lavoratori e pensionati che hanno preso parte al presidio organizzato dalla Camera del Lavoro provinciale in occasione dello sciopero generale. Parola d'ordine: fermare i licenziamenti, con particolare attenzione alla vertenza del Polo chimico ternano, che vede il sito della Basell a rischio chiusura con oltre 1.000 posti di lavoro in bilico. Non a caso gli operai della Basell erano in prima fila con il loro striscione, insieme a quelli della ThyssenKrupp, della Asm, della Slg Carbon e di molte altre aziende del territorio. Presenti anche molti lavoratori della scuola a nome dei quali Tommaso Dionisi, segretario provinciale della Flc Cgil, ha preso la parola per denunciare “il caos portato dalla riforma della scuola secondaria superiore, che si sta ripercuotendo non solo sui lavoratori, che quest'anno subiranno nuovi tagli, ma anche sulle famiglie che appaiono ogni giorno più disorientate e in difficoltà”. In seguito, Luigino Mengaroni, segretario organizzativo, e Lucia Rossi, segretaria generale della Cgil di Terni, hanno preso la parola per porre l'accento sulle ragioni alla base dello sciopero generale: fermare i licenziamenti che nell'ultimo periodo si stanno al contrario intensificando, difendere l'articolo 18 dagli attacchi portati dal governo e chiedere una riforma fiscale equa che restituisca risorse al lavoro dipendente e ai pensionati. Condividi