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Gianluca Graciolini Capogruppo Prc Se Gualdo Tadino Torniamo a parlare oggi del Patto sociale per lo sviluppo della Giunta Morroni, l'I Care, deifinitivamente varato dalla maggioranza con il solo voto contrario di Rifondazione Comunista. Quello che sconcerta di più e proprio in queste ore così decisive per le sorti della nostra economia e della tenuta sociale del nostro territorio è lo stridore che si avverte tra le occupazioni ordinarie, e surreali nella loro ordinarietà, di questa Giunta e gli accadimenti del mondo che ci sta crollando addosso. Il Sindaco Morroni sembra proprio il violinista che continua a suonare mentre il Titanic affonda e la sua Vice la ballerina che continua a danzare su quelle note. E' oramai sicuro ed evidente a tutti che l'Accordo di programma che verrà sottoscritto sulla Merloni conterrà un dato di fatto cui noi non vogliamo rassegnarci e contro cui proponiamo delle azioni ma su cui questa Amministrazione balbetta e non dice niente: il dato di fatto è che per lo stabilimento umbro di Colle della Merloni non si costruisce nessuna prospettiva di prosecuzione produttiva e di salvaguardia, anche solo di un minimo decente, dei livelli occupazionali. Basta questo dato per evidenziare che con le misure, per una volta diamogli questa dignità, previste nel pacchetto dell'I Care di Morroni è come se volessimo fare una guerra armati di colubrine ottocentesche al cospetto di moderni aeoroplani supersonici. Il cappio sul collo posto dal Governo ai sindacati e alle Regioni e, soprattutto, alle lavoratrici e ai lavoratori con la prosecuzione temporanea degli ammortizzatori sociali è una misura tampone e ricattatoria che non cambierà l'esito di questa vicenda: disoccupazione e massacro sociale. Stupisce che dall'amministrazione di Gualdo, i cui comprimari sono avvezzi a definire assistenzialistica ogni misura di ammortamento sociale, non vi sia altrettanta abnegazione nel definire tale questo provvedimento come invece fu fatto in relazione alla nostra proposta di istituzione del Reddito sociale. Stupisce ed indigna anzi constatare che, in assenza di dichiarazioni ufficiali della Giunta, ci si accontenti di questo "bevi o affoga anche se affogherai tra un pò", di questo autentico ricatto che posticipa l'agonia e ha oramai il sapore di una terapia per malati terminali se non di eutanasia per sollecitare la Giunta regionale e i sindacati a sottoscrivere comunque, anche in assenza di ulteriori e più solide garanzie e di un minimo di prospettiva occupazionale. Ma non solo: sappiamo anche che gli ammortizzatori sociali saranno esclusivamente riservati ai dipendenti diretti dell'azienda e lasceranno senza paracadute sociale alcuno gli altrettanti dipendenti delle aziende industriali, artigianali, commerciali e dei servizi dell'indotto legate, più o meno direttamente, a questa azienda e, presumibilmente, anche i loro datori di lavoro che si troveranno prima o poi a chiudere i battenti. Per questi il Reddito sociale può essere una risposta ma Morroni-Monacelli & Co. sono contrari: è una misura assistenzialistica, dicono. Ad essa preferiranno la carità e a questa affideranno i compiti della funzione sociale pubblica. Non solo: dopo mesi di sonno e di silenzio, risvegliata dalla imminente campagna elettorale, torna a discettare sulla vicenda niente pò pò di meno che Sandra Monacelli. Lo fa pronunciando sillabe velenose contro la Regione dell'Umbria e dimostrando ancora una volta di non capirci granchè della materia. Sprona la Regione a mettere i soldi su un accordo di programma privo di contenuti perchè Spacca, nelle Marche, ha fatto altrettanto: dei rischi di divisione della vertenza da tempo sottolineati da Rifondazione Comunista non comprende il nocciolo vero che sta tutto nel sacrificio dello stabilimento umbro della Merloni ma ne avverte solo le incidenze da campagna elettorale. E' un atteggiamento misero di chi non ha detto una parola fino ad oggi: se le parole del vice sindaco corrispondono al sentire dell'intera Giunta c'è di che preoccuparsi. Vorremmo dunque sapere cosa ne pensano il Sindaco e la Giunta intera su questo Accordo di programma e l'assemblea di stasera a Colle poteva essere per loro una buona occasione di "outing". Anche perchè le Istituzioni locali sono state messe senza tanti convenevoli alla porta dal governo in questo negoziato di cui si continua a conoscere ben poco e in maniera molto confusa, dimostrando ancora una volta una insensibilità di fondo rispetto alle istanze, alle esigenze, al ruolo e alle funzioni di rappresentanza e di programmazione dello sviluppo degli enti locali, nonostante le chiacchere federaliste e nonostante le unanimi sollecitazioni provenienti da tutti i consigli comunali compreso il nostro a partecipare quali attori in questa vertenza e non come semplici spettatori. Di fronte a questo scenario, la preoccupazione principale della Giunta in questi giorni è stata la teleassistenza e il trasloco degli uffici dei servizi sociali cui viene assegnato il nome nuovo e roboante di "I care sociale". Basterà un trasloco di scrivanie e un cambio di nome e di indirizzo per scongiurare gli effetti di questa crisi? Noi crediamo di no, loro neanche ma dicono di esserne convinti. Tanto per non smentire una certa pratica promozionale da vetrinisti. Condividi